MACERATA - Ripartirà a fine mese l’attività del mattatoio Cozoma di Macerata con il conferimento delle carni a Coop per il quale servivano alti standard qualitativi nel processo produttivo che la struttura - bisognosa di diversi investimenti in questo senso - nel tempo aveva perduto.
L'alternativa per gli allevatori?
Rivolgersi al mattatoio di Teramo, visto che Macerata era l'unica struttura regionale ad essere in regola. Con tutto il dispendio di tempo e carburante in più da dover sostenere. Una situazione che già dalle prima battute ha visto l’intervento deciso di Coldiretti Marche, Coldiretti Macerata e Bovinmarche per studiare una possibile soluzione fin dall’apertura di un tavolo di crisi che ha coinvolto Comune e Regione.
Per i lavori è stata la stessa Bovinmarche, la cooperativa entrata nel consorzio Cozoma nel 2022, ad attivarsi. Un investimento che permette a circa 600 aziende zootecniche, provenienti anche da fuori provincia, di non perdere l'importante punto di riferimento sul territorio maceratese.
“Dovendo conferire a Teramo – spiegano il presidente di Bovinmarche, Domenico Romanini, e il presidente di Coldiretti Macerata, Francesco Fucili – i costi raddoppiavano senza considerare la perdita di qualità dovuta allo stress del bestiame durante il trasporto. Ora, dopo 6 mesi, possiamo riprendere l’attività ma le attività che abbiamo effettuato sono il minimo sindacale in una struttura che avrebbe necessità di interventi importanti. Per questo facciamo appello al Comune di Macerata e alla Regione Marche affinché per sostenerci e preservare un presidio importante per la zootecnia regionale”.
Il mattatoio è stato più volte a rischio chiusura in questi anni e anche all'ingresso di Bovinmarche nella compagine societaria si parlò di salvataggio. Bovinmarche è una cooperativa che riunisce numerosi allevatori che producono con metodi ancora tradizionali: i pascoli sono utilizzati dalla primavera all'autunno e i bovini vengono alimentati con foraggio fresco e fieno essiccato, integrati con cereali e leguminose da granella. L'obiettivo è proporre una carne tracciata capace di rispondere alle esigenze di un mercato che consuma meno (secondo i dati Istat negli ultimi 10 anni le famiglie italiane che mangiano carne bovina almeno una volta alla settimana sono diminuite del 13%) ma desidera maggiore qualità.