IL giorno dopo la promozione in B2 la Pallacanestro Recanati interviene dal proprio profilo ufficiale.
Per quattro giorni siamo stati fuori dalle polemiche, distanti dagli attacchi e dalle diffamazioni perché era palese che fosse un gioco bieco e disperato di chi non aveva alternative.
Come disse Socrate “Quando il dibattito è finito, la calunnia diventa lo strumento del perdente”.
Siamo rimasti concentrati sul gioco, focalizzati sulla preparazione della partita, sul campo e sugli spalti. Perché è quello che una società seria deve fare.
Ma adesso tocca a noi parlare. Ma non parleremo per attaccare, soltanto per ringraziare.
Il primo enorme grazie va agli oltre 4.000 sportivi di Recanati e delle città limitrofe che sono venuti a sostenere la Svethia nelle 3 partite in casa, oltre ai quasi 600 stipati al PalaBellini nelle due trasferte.
Il successo di un progetto sportivo, infatti, non si misura solo dai risultati sul campo, ma anche se non soprattutto dal movimento che si crea.
Andare sold out a gara 5 con oltre 1600 persone e oltre 1300 Recanatesi ha permesso di vedere la passione di un’intera città.
Numeri che non si erano mai visti neanche in serie A, ma non per limiti di capienza, ma perché un movimento che nasce dal basso, dal settore giovanile e dalle famiglie ha inevitabilmente più forza e successo di qualunque progetto calato dall'alto e basato solo sui risultati.
Quindi il primo GRAZIE va a te, Recanati e al pubblico corretto, appassionato e sempre più numeroso che è stato al nostro fianco dalla prima partita. Questa gioia è tutta dedicata a voi.
GRAZIE poi ai giocatori e agli allenatori e allo staff di questa fantastica squadra protagonista di una cavalcata di 29 successi su 32 in stagione regolare e 7 vittorie su 9 nei playoff. Quasi il 90% di successi su 41 partite giocate danno la dimensione di una forza costante nell’arco della stagione che deve essere riconosciuta e non messa in discussione.
GRAZIE a tutti i dirigenti e i collaboratori, che hanno costruito questa squadra e questo movimento, che si sono impegnati in tutte le attività necessarie per portare avanti una stagione molto impegnativa.
GRAZIE agli allenatori, istruttori del settore giovanile, che hanno contribuito a coltivare il seme della passione per questo fantastico sport in oltre 200 ragazzi, che hanno assiepato le nostre tribune in tutte le partite.
GRAZIE agli sponsor che hanno creduto e sostenuto questo progetto permettendogli di consolidarsi e crescere.
GRAZIE alle istituzioni che ci hanno supportato.
GRAZIE a tutte le famiglie che stanno dietro ai nostri tesserati, giovani e adulti, senza le quali sarebbe tutto più complesso.
GRAZIE anche ai nostri avversari di ieri, quelli sul campo, giocatori e allenatori. Hanno onorato al meglio il campionato, i playoff e la finale, dandoci filo da torcere con capacità, talento e determinazione. Un avversario di valore rende più bello il successo. Onore a loro ed in bocca al lupo per il futuro.
Ma infine, grazie (volutamente minuscolo) anche a chi ha avvelenato il clima di questi ultimi giorni, usando una tattica tanto becera quanto inconcludente; grazie perché più avete scritto, più avete evidenziato la distanza da quello che dovrebbe essere il giusto ideale di sport.
Più avete scritto e più ci avete dato motivazione e concentrazione.
Non abbiamo mai replicato perché la caratura della predica dipende molto dal pulpito da cui viene proclamata.
E quindi abbiamo pensato che sia giusto contestualizzare questo pulpito: nei soli playoff (la stagione sarebbe troppo lunga…) a chi ha scritto sono state inflitte 11 sanzioni dal giudice sportivo, per oltre 1000 euro di multa, 2 giornate di squalifica del campo e 10 settimane di inibizione di un TESSERATO.
Fatti (non opinioni) che esprimono chiaramente la caratura di chi si è permesso di ergersi a paladino ed emblema della correttezza e della sportività.
Vogliamo quindi dare un consiglio a chi ha scritto e detto tanto, citando Oscar Wilde (a beneficio di qualcuno chiariamo che è stato un Poeta e Scrittore Irlandese, non è un play straniero...)
" A volte è meglio tacere e sembrare stupidi piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio"