RECANATI - Giovedì 23 maggio sarà possibile dipingere un quadro sorseggiando la propria bevanda preferita sotto la guida di un'insegnante d’arte," l'Artender" Caterina, che suggerirà un tema nuovo ad ogni incontro.441159183 991134899680470 7954757035834902993 n

Il costo è di 15 euro, compresi colori, pennelli, tela e una consumazione. Consigliamo un abbigliamento adatto a sporcarsi (o un grembiule). Per partecipare è necessaria la prenotazione:
via email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. telefono 0714604592 dalle 10 alle 12:30 e dalle 17 alle 21 o tramite messaggio facebook

Venerdì 24 maggio alle 18:45- ingresso libero.
Presentazione del libro "Il carecere in Italia oggi - Una fotografia impietosa" (Apogeo Editore, 2024). Sarà presente l'autore Livio Ferrari che dialogherà con Italo Tanoni (giornalista).

Le carceri italiane, come quelle di ogni Paese, sono lastricate di odio e violenza, dentro un elenco infinito di vittime, ed è ormai dimostrato che le leggi da sole non sono sufficienti a tutelare le persone che hanno perso la libertà, in quanto il carcere è un luogo così chiuso che parlare di trasparenza, quella che invece dovrebbe esserci in quanto siti di esecuzione della giustizia, è impossibile ed impraticabile, i muri che lo determinano sono il primo e fondamentale elemento di lontananza dalla città libera e dalle garanzie di rispetto dei diritti.

C’è, tra l’altro, una domanda da porsi: dei quasi tremila morti e milleottocento suicidi da inizio secolo, non dimenticando le migliaia di atti di autolesionismo e le innumerevoli violenze che quotidianamente si determinano negli istituti della reclusione nel nostro Paese, non ci sono responsabili?

La guerra ha una evidenza nei responsabili del conflitto, mentre nella guerra che ogni giorno si combatte nelle carceri sembra che tutto rientri solo nella responsabilità di chi ha commesso il reato, il fatto stesso di esservi recluso “in quanto se l’è cercata” e se accidentalmente ne soccombe, è quasi una logica conseguente della cattiveria esercitata.

L’art. 27 della Costituzione recita, tra l’altro: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”, questo stride in maniera drammatica con le morti e violenze che continuano a segnare le esistenze carcerate da rendere ancora più evidente quanto affermato già nel 2012 dal “manifesto No Prison”, indicano anche che siamo in ritardo per modificare l’attuale assetto dell’esecuzione ed è perciò più che doveroso fare un salto di paradigma da parte di chi ha responsabilità legislative, per buttare un vestito vecchio come quello del nostro carcere, che produce tanti morti e sofferenza, a favore di un modello di esecuzione delle condanne che riduca al minimo la perdita della libertà, rispettando i diritti delle persone condannate, e sia foriero di restituzione del danno alle vittime e recupero della legalità, un salto di paradigma la cui drammatica responsabilità ricade sui governi e parlamenti, perché sono loro in effetti i veri responsabili di questa ecatombe!

LIVIO FERRARI
Livio Ferrari, giornalista, scrittore e cantautore, esperto di politiche penitenziarie, fondatore e direttore dal 1988 dell’Associazione di volontariato “Centro Francescano di Ascolto” di Rovigo, fondatore e portavoce del “Movimento No Prison” dal 2019, direttore responsabile della rivista dei detenuti del carcere di Rovigo “Prospettiva Esse” dal 1997, autore di numerosi libri e di album musicali. È ideatore e regista dal 2006 dello spettacolo “Il carcere in piazza”.

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