Prosegue l'iniziativa del Resto del Carlino di una raccolta di pareri da parte di personaggi della cultura e dell'arte sul riconoscimento da parte dell'UNESCO di bene tutelato per il Colle dell'Infinito. Il quotidiano intervista questa volta lo scultoee Cecco Bonanotte (nella foto).

Ecco il testo dell'intervista.

- E’ un paesaggio che lo scultore portorecanatese Cecco Bonanotte porta con sé in ogni angolo del mondo. "E’ la mia terra — dice — a cui sono profondamente legato. Da quel Colle basta volgere lo sguardo da una parte per vedere la campagna addentrarsi nell’entroterra, dall’altra parte si scorge il mare, il mio mare". Firma anche il noto scultore la domanda che l’Unesco accetti la richiesta presentata dal sindaco Corvatta di inserire il Colle dell’Infinito nel suo patrimonio.

Ma cosa ha di così speciale questo Colle?
"E’ unico. In quel posto — dice lo scultore le cui illustrazioni della Divina Commedia sono conservate agli Uffizi — c’è Leopardi e tutto ciò che lo ha ispirato".

E’ un posto magico?
"Senza dubbio. Io lo trovo estremamente importante e personalmente lo considero da tempo patrimonio dell’umanità".

E’ un luogo che può ispirare un artista?
"E’ l’aria la più grande ispirazione. E’ la mia terra, quando percorro le strade del mondo io conservo tutto ciò dentro di me. Oltre all’acqua e alla salsedine c’è questo Colle così ricco di storia. Non è che si ha l’ispirazione sedendosi lì o leggendo le poesie di Leopardi, ma è in quell’aria che sento qualcosa pulsare dentro".

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Si allunga di giorno in giorno la lista di adesioni affinché il Colle dell’Infinito finisca sotto la tutela dell’Unesco. E ciò non sorprende più di tanto considerando quanto sia amato Leopardi e ciò che lo ricollega. Un amore che attraversa il tempo e i luoghi. Si racconta che durante la spedizione in Tibet il grande orientalista maceratese Giuseppe Tucci abbia recitato a memoria Canto Notturno di un Pastore Errante dell’Asia dopo aver visto il fotografo Fosco Maraini leggere le poesie di Leopardi.