Di Mirco Scorcelli, Consigliere Comunale del PD

Sono ormai tanti i cittadini che si lamentano con noi per il degrado che investe sempre più Recanati, sia per lo stato di manutenzione di strade, verde pubblico, scuole e palestre, cimitero e servizi.

Sicuramente non dipende noi consiglieri di minoranza, che oltre al segnalare ed ha proporre soluzioni o denunciare pubblicamente casi come quello che vado a descrivere, non possiamo fare. Un cittadino di Recanati (con nome e cognome) mi racconta che sabato 5 luglio cm si è recato all’ufficio anagrafe del Comune  per il rinnovo del documento di identità scaduto (veramente aggiunge il cittadino, “mi ero recato lì anche il giorno prima ma nonostante sia arrivato alle 12.29, l’ufficio era già chiuso l’orario è 9,30-12,30 dal lunedì al sabato). Il sabato, visti gli orari, era più che logico trovare una calca infernale; lo sportello “carte d’identità” è situato in fondo ad uno stretto corridoio; di distributori di numeri “elimina code” neanche l’ombra (qualunque salumiere ne è dotato), immaginate le discussioni che si possono creare; “c’ero prima io, no prima io” ecc. Questo è nulla rispetto alla grave violazione di una legge di cui si và tanto parlando dal 1996:  la n. 675  sostituita dal Dlgs n. 196/2003, conosciuta da tutti come legge sulla privacy. Dietro lo sportello c’erano due impiegate che allungavano le mani, ora l’una ora l’altra per prendere i documenti e le foto degli utenti; oltre alla confusione che si generava, nella mezz’ora che ho trascorso nell’ufficio, ho ascoltato i dati anagrafici di tutti gli utenti, professioni, residenze, titoli di studio e tutte le confidenze e le domande che venivano poste alle impiegate. Io penso di IL Cittadino e concordo con lui, che il fatto sia gravissimo, non posso fare rimostranze con le impiegate, che effettivamente correvano a destra e manca per accontentare tutti nel minor tempo possibile, ma con il responsabile del servizio sì. Dice: Vorrei sapere se questo signore o signora ha mai visto come si organizza un ufficio pubblico, come mai non attua le leggi vigenti, perché la 196 non richiede grandi spese strutturali, bastano pochi accorgimenti, una linea di delimitazione e una dislocazione dello sportello in modo che ognuno possa parlare dei “cavolacci suoi” in maniera riservata. Inoltre aggiunge il Cittadino penso che se il dirigente si affacciasse il sabato mattina, sicuramente attuerebbe un orario settimanale sulla base dell'ottimizzazione delle risorse umane, del miglioramento della qualità delle prestazioni e teso ad un ampliamento della fruibilità dei servizi da parte dell'utenza, che la distribuzione dell'orario di lavoro sia improntata a criteri di flessibilità con almeno un’apertura pomeridiana.

Quanti sono i cittadini ai quali è capitato di fare la stessa trafila?

Credo tanti.

Ci auguriamo, io, il Cittadino e tanti altri recanatesi, che interventi come questi possano essere utili ad Amministratori e Dirigenti, a migliorare un servizio pubblico tanto importante ed utilizzato almeno una volta ogni 5 anni dai circa 20.000 utenti.