Sarà giudicato con il rito abbreviato Marco Rossi, medico del pronto soccorso dell’ospedale di Recanati. I fatti contestati risalgono al 6 ottobre del 2003, quando morì il recanatese Alessandro Mancinelli, 78 anni. Secondo l’accusa, l’imputato non avrebbe diagnosticato tempestivamente l’aneurisma che il giorno dopo avrebbe causato la morte del paziente.
Mancinelli, sempre secondo la ricostruzione della procura, si presentò al
pronto soccorso la sera del 5 ottobre del 2006 per dolori alla schiena causati
da una lombosciatalgia e il medico prescrisse un’ecografia che venne effettuata
il mattino seguente, alle ore 9. Dall’esame emerse un aneurisma all’aorta in
fase di rottura. Per questo Mancinelli viene trasportato d’urgenza all’ospedale
regionale di Torrete, ad Ancona, dove arriva in gravi condizioni.
Immediatamente il paziente venne operato ma i medici non riuscirono a salvargli
la vita. I familiari - ipotizzando responsabilità da parte del medico del
pronto soccorso di Recanati - si rivolsero poi all’avvocato Elisabetta
Smigliani e presentarono una denuncia in procura.
In aula hanno testimoniato i due periti del giudice per l’udienza preliminare: il professor Piergiorgio Fedeli e il primario di chirurgia vascolare di Perugia, Giammario Giustozzi. Il processo è stato rinviato al primo ottobre per la discussione del giudizio abbreviato. Nel processo i medici sono difesi dagli avvocati Gianfranco Formica e Francesco Governatori.