MONTELUPONE – Tra tre mesi si conosceranno le motivazioni della condanna ad otto mesi di reclusione per avere ottenuto, stando all’accusa, un indebito profitto, individuato in 15mila euro, facendo figurare di essere in servizio negli ospedali di Recanati e Civitanova, mentre invece si trovava in comune.
Il legale che difende il dott. Pecora, l’avv. Paolo Rossi, ha già anticipato che una volta conosciute le motivazioni della sentenza sarà interposto appello in quanto il suo assistito ha sempre agito alla luce del sole e che non aveva obblighi di timbrare cartellini in quanto, come sostenuto anche dal sindacato dei medici, era tenuto solo al rispetto di obiettivi di progetto senza vincoli orari.
Il fatto che Pecora timbrasse al mattino ed una volta espletate le incombenze nei reparti per poi andare in comune e rientrare nelle sedi ospedalieri timbrando solo a quel punto l’uscita, era stato segnalato da un altro medico.
Comportamento rilevato a cavallo tra 2015 e 2016 per quasi un anno.
Pecora ha sempre sostenuto che tutto avveniva previa comunicazione che si sarebbe recato in comune rimanendo sempre reperibile in caso di necessità.
Dunque per la difesa un atteggiamento sempre trasparente e con proficui risultati tanto che il reparto di Pecora ha ottenuto un riconoscimento UNICED di ospedale amico del bambino.
L’AST si era costituita parte civile, sostenuta dall’avv. Gianfranco Borgani.
In sede dibattimentale il PM Lanari aveva chiesto 1 anno di reclusione, il giudice Lanari ha disposto 8 anni, una provvisionale di 5000 euro.