CAMERINO - “Il Distretto biologico Marche può rappresentare un accelleratore e allo stesso tempo un moltiplicatore di buone pratiche per contribuire allo sviluppo dei sistemi economici dei territori regionali”. E’ quanto è emerso nel convegno promosso dal Distretto Biologico Marche, nella sede del comune di Camerino.
“Il valore e i benefici dell’adesione al Distretto: un’opportunità per aziende e territorio” è il titolo della giornata di formazione rivolta alle aziende agricole del territorio. Dopo i saluti del sindaco Roberto Lucarelli, sono intervenuti Andrea Montresor, responsabile area economica Coldiretti Marche e Demetrio Pancotto, aagrotecnico, esperto in tecniche e metodologie da applicarsi in agricoltura biologica.
“Il Distretto Biologico Marche – ha spiegato Andrea Montresor – conta oggi 92mila ettari su 128mila totali di sau biologica ma punta a incrementare ulteriormente la superficie agricola, valorizzando il territorio anche per attrarre turismo sostenibile. Il turismo legato all’agricoltura biologica rappresenta un’opportunità per la regione, offrendo esperienze immersive ai visitatori e contribuendo alla crescita economica, soprattutto nelle aree interne. Per agevolare l’ingresso di nuove aziende agricole è stato realizzato, in collaborazione con l’Università di Urbino, il “Manuale di Gestione del Territorio”, rivolto agli amministratori locali e a tutti gli agricoltori dell’area dell’accordo di distretto. La strategia si basa su ricerca, sperimentazione e formazione per migliorare la produttività, fermare il consumo di suolo e tutelare la biodiversità. Si mira a consolidare le filiere del biologico, estendere la certificazione fino al consumo finale e promuovere i prodotti biologici nelle mense per un sistema alimentare più sostenibile. Oltre al mercato locale, il Distretto punta all’internazionalizzazione attraverso strategie di marketing mirate, esportazioni e promozione dello stile di vita biologico, posizionando le Marche come un’eccellenza del biologico italiano”.
il Distretto Biologico Marche, riconosciuto ufficialmente dalla Regione Marche nel 2021, e a seguito del progetto finanziato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Decreto DG PQA prot. n. 573899 del 30/10/2024), rappresenta una forma innovativa di governance territoriale nella quale istituzioni, agricoltori e altri attori della filiera agricola stabiliscono un accordo per la gestione sostenibile del territorio, secondo i principi dell'agricoltura biologica.
“La costituzione di un biodistretto regionale - è intervenuto l’agrotecnico Demetrio Pancotto - rappresenta un’opportunità per il settore biologico marchigiano per manifestare tutte le sue potenzialità in termini di sostenibilità economica e ambientale. Questo presuppone da parte delle aziende agricole biologiche strategie imprenditoriali orientate al mercato e ai servizi, le sole in grado di realizzare un reale valore aggiunto per il territorio, evitando posizioni di rendita speculative a livello contributivo.
Le produzioni biologiche all’interno di un sistema territoriale identificabile come biodistretto potranno trovare la loro giusta identità e distintività se supportate da iniziative promozionali efficaci ed efficienti, capaci di trasmettere i veri principi e valori di un modo di fare agricoltura ispirato alla tutela delle risorse naturali e nel contempo al miglioramento della redditività delle imprese agricole. Solo affermando i suoi principi e rendendo comprensibili i suoi valori, il biologico potrà fidelizzare i consumatori e allargare la base del suo consenso e condivisione, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni. Di fronte agli indirizzi di una Politica Agricola Comunitaria sempre più orientata alla salvaguardia ambientale, l’impresa che non diversifica e preferisce attestarsi sulle sole attività produttive dell’agricoltura tradizionale, rischia di perdere opportunità di valorizzazione dei fattori produttivi mobilitati e di trovarsi penalizzata sotto il profilo dell’economicità".
"Il biodistretto, dunque, - ha proseguto l’agrotecnico Pancotto - potrà rappresentare un’opportunità per le imprese agricole che sceglieranno linee di sviluppo incentrate sulla qualità e salubrità dei prodotti, sul rispetto del benessere animale, sulla conservazione della biodiversità e sulla tutela delle risorse naturali. L’agricoltura biologica, da questo punto di vista, ha le carte in regola per trainare la transizione ecologica di tutta l’agricoltura marchigiana, e nel quadro di un distretto biologico costituire il paradigma di nuove forme di gestione del territorio.
In definitiva, il biodistretto sarà utile ai territori se diventerà uno strumento per fare rete per lo scambio di esperienze e veicolo di informazione e formazione per i cittadini e gli operatori, se avrà come obiettivo prioritario quello di incentivare e sostenere filiere di prodotto efficaci, se sarà capace di interfacciarsi con le istituzioni locali, regionali e nazionali per attirare risorse pubbliche da destinare ad una progettazione seria e mirata alle reali esigenze dei singoli territori” – ha concluso Demetrio Pancotto.
La giornata di studi, nell’ambito delle attività di informazione, rientrava nel programma di attuazione delle linee strategiche messe in campo dal Distretto Biologico Marche che proseguirà con le attività di informazione, di consulenza e di promozione.