MACERATA - C’è apprensione tra gli allevatori marchigiani per gli attacchi al bestiame ad opera di lupi e cani inselvatichiti.
Gli ultimi episodi di cronaca hanno riguardato l'Appennino e le aree protette dei Monti Sibillini ma non mancano avvistamenti di branchi che si spingono anche sulla prima collina e sulla costa, anche vicini ai centri abitati.
“Sempre più imprese zootecniche – spiegano da Coldiretti Macerata – stanno pensando di abbandonare l’allevamento perché nonostante la presenza di cani da guardia gli attacchi si susseguono, l’allevamento all’aperto diventa sempre più un’attività piena di incognite e tenere gli animali in stalla significa far lievitare i costi, ridurre ulteriormente il reddito aziendale e diminuire il benessere animale”.
Nel tempo Coldiretti, a livello regionale, è riuscita a ottenere sostegni economici per la realizzazione di recinti, per l’acquisto e il mantenimento di cani pastori.
Nel caso del Parco dei Sibillini la concertazione ha portato al varo di un nuovo prontuario e prezzario per la valutazione dei danni alla zootecnia con aumenti di oltre l’11% rispetto al precedente. Gli importi erano fermi da circa 7 anni.
“Sono gli allevatori a essere a rischio estinzione – commenta Giordano Nasini, direttore di Coldiretti Macerata – e l’abbandono della montagna, delle aree interne in generale, va a scapito della tenuta di tutto il territorio. Il lupo è un animale protetto che negli ultimi anni si è moltiplicato ma dobbiamo considerare anche la salvaguardia di tutti gli animali. Anche pecore e capre sbranate, vitelli e puledri sgozzati hanno diritto di esistere. La stessa Unione Europea sta valutando una revisione dello stato di conservazione ma nel frattempo servono immediati ulteriori interventi straordinari da parte della Regione Marche e del Parco dei Sibillini a sostegno degli allevatori".