Si sono da poco spenti i riflettori sull’edizione 2010 del “Guzzini Challenger - 23esimo Trofeo Francesco Guzzini” torneo internazionale valido per la classifica mondiale Atp, montepremi 30 mila euro, che si è svolto a Recanati dal 19 al 25 luglio.
Restano nell’aria le piacevoli sensazioni che questo importante appuntamento di sport ad altissimo livello anche quest’anno ha lasciato negli appassionati, negli ospiti, in coloro che per la prima volta si sono avvicinati allo spettacolo del tennis internazionale riempiendo ogni giorno il circolo tennis che porta il nome di Francesco Guzzini e che per molti anni, fino alla sua scomparsa, il padre Giannunzio nella carica di presidente volle far crescere sia come scuola tennis sia come circolo capace di ospitare e organizzare qualcosa di significativo come un Challenger.
“Il torneo di Recanati – ha commentato dopo la finale il vice presidente della Federazione Europea di Tennis Michele Brunetti (nella foto ultimo a dx) – rappresenta una delle tappe fondamentali per gli specialisti del veloce. Capita in un periodo in cui tutti i migliori tennisti sul cemento vogliono provare a vincere a Recanati in attesa che inizia la stagione americana dei tornei sul duro. Da qui sono passati – ha proseguito l’avvocato Brunetti – grandissimi tennisti, veri e propri talenti che poi abbiamo ritrovato in posizioni molto alte della classifica mondiale. E anche quest’anno la finalissima ci ha regalato uno spettacolo degno di tanto pubblico e del grande tennis”.
Al Guzzini Challenger di Recanati negli anni sono passati giocatori come Zeballos che vinse nel 2008, Almagro, Johansson, Tsonga, Bellucci, Golubev.
Quest’anno ad alzare il trofeo, dopo oltre due ore di gioco, è stato lo svizzero Stephane Bohli che per il secondo anno consecutivo si è aggiudicato il trofeo. Nel 2009 in finale vinse contro il kazako Andrey Golubev, fresco vincitore del torneo di Amburgo e attualmente numero… al mondo.
Quest’anno Bohli (nella foto a sx) si è ripetuto contro un altro avversario di cui, forse, se troverà continuità e stimoli gisti, sentiremo ancora parlare: il francese Arina Mannairno.
“Sono davvero felice di questo successo – ha commentato a caldo lo svizzero Bohli – perché arriva in un momento importante della mia stagione. Avevo bisogno di certe conferme e le ho avute. La finale è stata spettacolare per il pubblico ma io ho rischiato grosso...”
Con Bohli avanti un set a zero dopo aver vinto con il punteggio di 60, Mannarino sembrava il lontano parente di quell’ottimo giocatore ammirato durante tutto il torneo, approdato alla finale senza nemmeno perdere un set. E invece il francese ha cambiato marcia al match. Si è svegliato da un certo torpore e con maggior convinzione ha mostrato i suoi punti di forza: mancino, dotato di buona tecnica e discreta potenza, Mannarino ha vinto il secondo set 63. quindi ha giocato alla pari del suo avversario provando a vincere match e torneo e arrendendosi solo al tie-break al quinto gioco. Con la sua aria da svagato ha lasciato il campo tra gli applausi del pubblico ma senza fare dichiarazioni, anche se al suo entourage ha confessato di essere particolarmente dispiaciuto per non essere riuscito a vincere per un soffio.