Parlare dei risultati prettamente tecnici è inutile farlo, le due promozioni e le due ottime stagioni fatte nel difficile campionato quale è quella della serie D, si commentano da sole. Mi preme sottolineare come negli anni la Recanatese abbia offerto sempre una immagine estremamente positiva di se, spessp la squadra è uscita dai campi sportivi regionali prima, e fuori regione poi, con applausi ed attestati di stima. Da 4 anni a questa parte il gruppo è rimasto quasi lo stesso, parecchi dei ragazzi che oggi compongono la rosa della prima squadra sono gli stessi che nel 2004 vincevano il campionato di promozione, a testimonianza che se non si curano con estrema attenzione tutti i fattori etici, umani e sociali, non si riesce a stare insieme a lungo.
Credo che il lavoro svolto dalla dirigenza con a capo Sandro Bravi sia da elogiare e permettetemi anche da imitare. Lo staff tecnico di Roberto Mobili ha rappresentato un esempio di onestà, lealtà ed attaccamento a questa città che forse non ha eguali. Ricordo solo che Mobili ha militato per ben 10 anni come giocatore e ben 5 come tecnico della Recanatese, tenendo sempre un comportamento inattaccabile. Le polemiche non hanno mai fatto parte del credo di questo staff e di questa dirigenza, ed anche quando qualcuno ha provato a scalfire questa onestà lavorativa , ancora una volta ha prevalso l’attenzione assoluta verso i valori del rispetto e dell’affezione a questa cittadina.
L’entusiasmo dei vari Patrizi, Moretti, Zannini, Senesi per citare alcuni ragazzi recanatesi doc, che sono cresciuti sotto Mobili e Bravi, testimoniano come ancora dopo 4 anni essi sono felici di lottare onestamente e nel rispetto delle regole per la causa della Recanatese.
Ho letto da qualche parte che i nuovi dirigenti invitano a ritrovare l’amore per la squadra, a vedere il calcio come un’agenzia educativa e non solo di risultati. Trovo poco rispettoso nei riguardi dei ragazzi che hanno portato la maglia della Recanatese in questi anni sentirsi dire certe cose. Io credo che non solo la Recanatese ha raggiunto straordinari successi, ma lo ha fatto con la massima educazione, anche a costo di essere allontanato come è successo a me e a tutto lo staff tecnico.
Mi auguro che cambiare e guardare un poco più lontano, come qualche maestro moralista invita a fare, non significhi interrompere il lavoro fin qui svolto per favorire l’interesse di qualcuno che crede di poter giocare con un giocattolino e di chiamarlo Recanatese.