nota del Circolo di AN
Anche la nostra città è impregnata dai forti odori d’Arabia.
Ci sono ancora le campane delle nostre chiese, ma inondano di suono argentino, non più il profumo del pollo arrosto, del sugo di carne per i vincisgrassi, del ciambellone o del brodo di carne, ma quello di montone e di cipolla. Non è colpa degli arabi o di qualsivoglia altra etnia, loro sono se stessi. Siamo noi ad esserci arresi. Non è questione di applicare l’apartheid delle pentole, ma di avere un po’ di sentimento di noi stessi. Perseguitiamo le nostre tradizioni con le normative UE che agli arabi non si applicano per non passare da razzisti. Ho in mente i meravigliosi polli ruspanti che razzolavano per l’aia o per le stradine di campagna prima di essere portati al mercato del sabato ma che la burocrazia dell’igiene e dell’invidia, li ha perseguitati, perché troppo naturali e forse troppo italiani.
Invece se sei arabo, singalese o cinese, comandi l’odore della città. Ribelliamoci. Al mattino presto, almeno della domenica, rimettiamo in forno e godiamoci l’odore ed il sapore dell’arrosto o del sugo per la pasta fatta in casa. Ne va del naso, cioè dell’dentità dei nostri figli !!