RECANATI – Chiusa dal 2016 per le scosse di terremoto, appena un anno dopo che era stata riaperta terminati importanti lavori, finalmente la chiesa di San Domenico riapre al culto domenica 6 ottobre e lo fa in occasione della festa della Beata Vergine del Rosario, la cui icona è più conosciuta dalla comunità recanatese come la Madonna della Vittoria per ringraziare la vittoria della flotta cristiana su quella turca nella battaglia di Lepanto nel 1571 dove Recanati invio due galere armate al comando del capitano Gigli.

Per la sua chiusura, San Domenico trasferì le funzioni religiose e quelle di parrocchia a Sant’Agostino.

Con la venuta dei padri domenicani nel 1272, fu edificata la chiesa dedicata a San Gregorio e il convento, poi demolito. Si narra che Il luogo dove sorse il convento fu visitato da San Pietro apostolo che fece dono della reliquia della santa Croce. Inoltre che il santo avesse gettato il sacro legno nel fuoco ma essendo rimasto intatto, lo recuperò e lo consegnò ai fedeli.

San Domenico è anche un piccolo scrigno di arte ed archiettura.

Il portale è posto centrale alla facciata e presenta con il grande portale a colonna  su alte zoccolature che sorreggono l'architrave e la lunetta dove è conservata la statua del santo titolare opera quattrocentesca di Giuliano da Maiano.

Il primo altare della seconda campata a sinistra conservava l'affresco del 1513 di Lorenzo Lotto raffigurante san Vincenzo Ferreri in gloria. L'opera, unica dipinta a fresco nelle Marche dell'artista veneziano, è stata modificata nella parte superiore con il rifacimento barocco della chiesa adattandolo alla nuova decorazione settecentesca. L'affresco è stato distaccato con la chiusura della chiesa e per renderlo visibile, facendo parte del circuito lottesco, tarsferito in Cattedrale, da dove ora potrebbe tornare nella sua sede originale.

Altre importanti opere sono oggi al Museo Diocesano, non aperto al pubblico sempre per questioni legate a danni da terremoto subiti dall'Episcopio che lo ospita.