nota della Diocesi di Macerata

Ritornerà a splendere la Cattedrale di Recanati,  come nella conferenza per illustrare il progetto di restauro il 29 febbraio presso il Palazzo comunale.

Torna a far parlare di sé la Concattedrale di San Flaviano a Recanati e stavolta con segnali positivi. Dopo anni di attese, segnate da non poche polemiche, quella che nel 1240 ebbe l’onore di diventare da chiesa a cattedrale in quanto “speciale patrimonio della Chiesa Romana”, potrà infatti beneficiare presto dei lavori di ristrutturazione che permetteranno di riportare alla luce uno dei tesori artistico-ecclesiali più noti nel nostro territorio.

La Diocesi di Macerata – Tolentino – Recanati – Cingoli – Treia e il comune di Recanati, in collaborazione con la Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio delle Marche per l’occasione ha organizzato la Conferenza “La Cattedrale di San Flaviano: patrimonio di fede, arte e civiltà”, che si terrà venerdì 29 febbraio alle ore 11 presso il Palazzo comunale di Recanati. Nel corso dell’incontro verranno illustrate le iniziative per il restauro e la valorizzazione di questo luogo caro ai recanatesi, e non solo, che custodisce affreschi e altre opere pittoriche di prestigio, tra cui una tela attribuita a Luigi Pellegrini di Perugia, allievo del Pomarancio, e le tempere dell’artista locale Biagio Biagetti.

Alla Conferenza, dopo il saluto del sindaco di Recanati Fabio Corvatta, interverranno monsignor Claudio Giuliodori, vescovo della Diocesi, il professor Paolo Carini, direttore regionale per i beni architettonici e paesaggistici delle Marche e l’architetto Giangiacomo Martines, soprintendente ad interim per i beni architettonici e per il paesaggio delle Marche. Per l’evento sarà presente anche don Stefano Russo, direttore dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza episcopale italiana.

La Concattedrale, costruita verso il 1100 nel centro cittadino e dedicata a San Flaviano, che si ritiene sia il Vescovo di Costantinopoli, patriarca dell’Oriente e martire nel 450, subì nel corso del tempo diverse opere di restauro, comprese quelle realizzate negli anni Cinquanta per volere dei vescovi Aluigi Cossio e Emilio Baroncelli. L’imponente soffitto a cassettoni ottagonali e lacunari venne invece realizzato nel 1620, sotto l’episcopato del cardinale Agostino Galamini.

Oltre agli altri beni architettonici, tre sono i sarcofaghi contenuti nella chiesa sul lato sinistro del presbiterio. Nel duomo sono sepolti infatti Angelo Cini da Bevagna, il vescovo cardinale che, trovando la chiesa fatiscente, volle subito ricostruirla (con i lasciati testamentari “pro barbica S.Flaviani facienda” nel 1402 la cattedrale era ormai completata), e Nicolò delle Aste, lo stesso presule, forlivese, che iniziò il Santuario di Loreto. Segue l’urna, la più importante, di papa Gregorio XII che venne come Vescovo a Recanati e vi morì nel 1417. Un’ultima curiosità: nel bel coro in noce massiccio che risale al 1633, intagliato da Agostino Evangelisti di Ripatransone, posto dietro l’altare, rivelò il proprio talento canoro il tenore recanatese Beniamino Gigli, natìo del vicino quartiere di Castelnuovo.