Una donna si avvicina e chiede a qualcuno di leggerle i cartelli sui quali è scritto fittasi e vendesi. La donna è analfabeta. Qualcuno gli risponde che “al giorno d’oggi voi siete una rarità, ma durante la guerra c’era tanta gente che non sapeva leggere. E tutti andavano al cinema Iris di Porta Pia da mio nonno Giulio per farsi leggere i proclami dei tedeschi sui giornali”.
Il 25 Marzo del ’44 se ne fanno leggere uno che annuncia la morte di 320 persone: è l’eccidio delle Fosse Ardeatine.
“Questa dell’Ardeatine è una storia che uno potrebbe raccontarla in un minuto o in una settimana”. La voce che si erge dalla ceneri di quel passato è quella di Ascanio Celestini, che consegna al vento granelli di polvere, e storie senza tempo. Senza tempo è appunto “Radio Clandestina-memoria delle Fosse Ardeatine” rappresentata dal trentasettenne narratore teatrale dell’ultima generazione con grande successo al “Teatro Persiani “ di Recanati e che ha registrato il tutto esaurito.
Lo spettacolo prende le mosse dal testo di Alessandro Portelli “L’ordine è già stato eseguito” su un input come dice Celestini da parte di Mario Martone,che agli albori del terzo millennio era direttore del Teatro di Roma, io nel frattempo prosegue Alessandro “avevo incominciato a raccogliere storie della IIa Guerra Mondiale e volevo raccontare l’eccidio delle Fosse Ardeatine, ma mi sembrava molto lontano dal mio modo di lavorare perché come racconto nello spettacolo quello che sappiamo a livello di memoria dell’eccidio è molto lontano da quello che è realmente accaduto e quindi a me sembrava impossibile poterla raccontare quella storia, ed invece la trasposizione è di grande effetto e coglie nel segno. Il palcoscenico è spoglio: solo una sedia, luce fievole e povera, lontana una melodia. Celestini si siede e avvita una delle lampadine malferme sopra la sua testa, guarda verso il pubblico e si mette a raccontare. Racconta la storia degli uomini,di quando gli uomini sono costretti al dolore, racconta di come una città sopravviva al di sopra di tutto, interroga la memoria, la sua e quella degli altri che ha bisogno di restare viva, ripercorre gli anni, i mesi con esattezza i giorni in cui si andava compiendo uno degli episodi più orribili della guerra nazista in Italia. Il 23 e 24 Marzo 1944 le Cave Ardeatine ospitarono il più grande eccidio dell’esercito tedesco sul suolo romano: 335 fra ebrei, sospetti antifascisti, immigrati italiani a ricordo di quell’infamia. Poi il racconto termina, il cantastorie svita la lampadina fioca e si rialza in piedi.
Ecco le storie quotidiane che gli uomini scrivono come pagine quotidiane della storia universale. Celestini ha cercato con questo spettacolo di narrarle tramite la memoria comune di molti individui con tutte le loro contraddizioni nella realtà di Roma a quel tempo non solo come luogo fisico ma nel suo contesto urbanistico, con l’orrore di un’ingiustizia, riconsegnando gli uomini al reale destino di una storia che “tutti sembra che la conoscono a memoria,ma quando la vanno a raccontare, “questa storia, a raccontartela tutta ci mettono un minuto, ma se uno la dovrebbe raccontare tutta per filo e per segno ce vorrebbe una settimana, altro che un minuto”.
I 4’ finali di applausi con il pubblico del “Teatro Persiani” tutto in piedi è stato il giusto suggello, il coronamento alla serata verso Ascanio Celestini, il cantastorie civile che con spirito da antropologo ha ricostruito i giorni che precedono e seguono a Roma , l’eccidio nazista delle Fosse Ardeatine.
Soddisfatta l’Amministrazione Comunale unitamente all’Assessorato alle Culture per la riuscita della serata con Ascanio Celestini che con lo spettacolo “Radio Clandestina” ha registrato l’ennesimo “sold out” al “Teatro Persiani”.
Chiaramente questo straordinario successo –dice l’ Assessore alle Culture Andrea Marinelli- è giustificato dalla meravigliosa e stupenda performance di Celestini che con una rilettura brillante ha ripresentato quello che è il dramma delle Fosse Ardeatine con una esposizione storica, sociale e contestuale del periodo e che ha tenuto avvinti tutti gli spettatori; tra l’altro la sua verve, piena di umorismo e sarcasmo in alcuni tratti, hanno scosso più volte il pubblico, riscuotendo un continuo scroscio di applausi. Questo non può far che piacere, da rilevare inoltre scrutando tra i palchetti ed in platea, si son visti molti giovani che sono accorsi allo spettacolo:un segno positivo! Un teatro il Persiani che catalizza sempre più a sé una vasta area di pubblico eterogeneo ed aperto ai giovani, uno dei traguardi ed il primo grande esempio di ottima riuscita della programmazione teatrale che abbiamo impostato da questo punto di vista”.