Saranno i Ris di Roma a dover sciogliere il giallo del proiettile vagante che nella notte dell'Epifania ha ferito a Recanati una ragazza lauretana di 26 anni. Ieri i carabinieri di Recanati, titolari dell'inchiesta, hanno spedito al reparto scientifico dell'Arma la scheggia del proiettile rimasta imbrigliata nel jeans di C.F., la ragazza medicata domenica mattina prima dell'alba al pronto soccorso di Loreto. La perizia balistica che i Ris effettueranno sul reperto mancante di ogiva sarà utile per capire da che genere di arma è stato sparato il proiettile. Dalle scanalature impresse sulla scheggia i carabinieri dovranno capire se la pallottola è stata esplosa da una pistola vera o da una scacciacani. Una volta accertato questo dettaglio, e ci vorrà almeno un mese per ottenere un riscontro dai test di laboratorio, gli investigatori potranno cominciare a restringere il cerchio sui possibili possessori dell'arma incriminata, ammesso che sia stata regolarmente denunciata. La extracinemusic_giorno.jpgtraiettoria che il proiettile ha imboccato prima di raggiungere di rimabalzo la coscia della ragazza conficcandosi nella trama del suo pantalone è l'altro rebus da risolvere. Gli inquirenti ipotizzano che la pallottola, sparata o da una finestra o, addirittura, da un'auto in corsa nei pressi del disco pub Extra Cine Music Club (nella foto), abbia dapprima colpito un muro vicino al punto in cui la 26enne stava fumando con il suo gruppo di amici, poi sia rimbalzata verso la ragazza, perdendo da qualche parte l'ogiva che non è stata ancora ritrovata. I diversi sopralluoghi sul teatro dell'incidente effettuati con il metaldetector hanno dato esito negativo. In attesa di risposte tecniche e precise, i carabinieri di Recanati stanno anche passando in rassegna tutte le testimonianze raccolte nelle ore successive all'accaduto. Al momento non c'è un testimone oculare dei fatti, ma sono molti i ragazzi, abituée del locale, che quella sera si trovavano a passare per strada. Secondo gli investigatori alcune delle testimonianze fornite, oltre a quella della vittima, se incrociate potrebbero contribuire a fornire particolari determinanti. Nel frattempo C.F. resta in convalescenza nella sua casa di Loreto, sofferente per i punti di sutura sulla ferita ritenuta guaribile dai medici in sette giorni.