Massimo Beccacece, il 51enne commerciante di Recanati, accusato di pedofilia resta in carcere. Al momento i suoi legali, dopo il primo interrogatorio di garanzia, non hanno presentato istanza di scarcerazione e probabilmente gli avvocati Cofanelli e Piangerelli giocheranno la carta del ricorso al Tribunale del Riesame.

Beccacece, a quanto si è appreso, non si è avvalso della facoltà di non rispondere e si è difeso con forza riaffermando la sua completà estraneità ai fatti, di non aver avuto rapporti sessuali con dei bambini, di non aver girato alcun filmato.

Nel corso dell’interrogatorio nel carcere di Montacuto dove Beccacece è in isolamento, l’imputato ha anche rivelato che il giorni prima della denuncia ai carabinieri da parte della mamma che ha fatto scattare l’inchiesta, era stato contattato dalla stessa per ottenere un cospicuo risarcimento.

Circa le foto tagliuzzate nel tritarcate Beccacece ha ammesso essere del bimbo, di averle avute dalla famiglia dello stesso, e che non ritraggono alcuna posa compromettente. L’averle distrutte è stato frutto solo della rabbia per la richiesta della donna di un indennizzo-ricatto.

Restano però tutte le documentazioni su supporti magnetici per le quali Beccacece avrebbe ammesso solo di averle scaricate da internet ma di non aver prodotto alcun filmino pedopornografico con dei bambini di sua conoscenza, meno che meno con il giovanissimo recanatese.

Su tutto il materiale sequestrato è stata disposta una perizia tecnica che dovrebbe durare al massimo due mesi. Nel frattempo la difesa svilupperà la sua azione per rimettere intanto in libertà il proprio assistito.