Di Francesca Agostinelli

Stamattina passeggiando, ho letto il manifesto funebre di Lesà Pennacchioni ed ho appena finito di leggere in questo sito, il commento a lui dedicato. Così non posso fare a meno di pensare a quanto questo simpatico e stravagante uomo sia stato una parte importante della nostra vita recanatese. Ricordo la sua bandiera davanti alla Chiesa di Don Dino poiché io abitavo con i miei genitori poco più in là ed i suoi passaggi con il calessino trainato dal famoso “somaro”. Ero una bambina e la sua stravaganza era per me fonte di divertimento, quel sano divertimento che con il tempo ha lasciato il posto ad un simpatico affetto poiché gli uomini come Lesà rappresentano dei personaggi tipici del luogo che è difficile dimenticare.

Lo incontravo spesso per le mura tra i suoi amici, davanti al muro di casa sua dove era solito affiggere scritte contro la politica nazionale; noi tutti passando, ci fermavamo a leggere i suoi commenti sorridendo e trovando in quei comunicati così sinceri e spontanei, un fondo di grande verità. La sua scomparsa mi lascia molta tristezza, sebbene avessi parlato con lui una sola volta e apprezzato la gentilezza a me rivolta, ho come la sensazione di aver perso un pezzo della nostra storia umana e cittadina, quella parte di storia nella quale uomini semplici e senza pretese si imprimono nei nostri ricordi e per sempre nei nostri cuori.