E Morosini nella sua illustrazione iniziale delle scelte operate per il “S Lucia” non ha esitato a dire diplomaticamente che “è più facile aggregare del consenso intorno al concetto l’ospedale chiude che averne intorno ad un progetto che ne qualifichi e giustifichi l’esistenza”.
“Se si riducono i posti letto –ha detto Morosini- questo non significa che l’ospedale chiuda, significa cha la struttura razionalizza la sua funzionalità, recuperando risorse verso l’ampliamento di altre specializzazioni, grazie alla riduzione dei giorni di ospedalizzazione che ovviamente consentono di far occupare meno letti”.
Per Morosini “è un vecchio concetto, superato dalla moderna medicina, quello di tanti posti letto in un ospedale”.
In una disamina delle attività operatorie Morosoni ha rilevato come la sala chirurgica lavori in regime di ricovero ordinario (568 interventi nel 2008) e non ha mancato di polemizzare con il sindaco quando lo ha ammonito a fornire cifre esatte, non quelle che aveva enunciato in precedenza.
Sulla chirurgia di emergenza Morosini ha spiegato che gli standard di valutazione permettono di avviare con l’ambulanza il paziente dal luogo in cui si è verificato l’episodio grave direttamente alla struttura specializzata al tipo di emergenza che il medico ha già rilevato.
Morosini numeri, organizzazione e interventi che sta realizzando alla mano è stato chiaro sul fatto che non è vero che l’ospedale si avvii verso la chiusura e ha cercato di far capire che si deve parlare non più “dell’ospedale di Recanati”, ma “dell’opsedale che sta a Recanati”, patrimonio con i suoi servizi di tutta un’area e non solo della collettività recanatese.
Il piano che Morosini ha predisposto coinvolge i medici di base che sono i primi terminali e ha rinnova la fiducia ai medici del “S. Lucia”, Morelli e Fra piccini, affermando “sono loro i primari di Recanati, da me scelti come punti di riferimento”.
Inoltre ha anticipato quali saranno le specialità che saranno interessate dalla chirurgia a ciclo breve: urologia, otorino ed ortopedia), che porteranno gli interventi da meno di 600 a 1200, il doppio, con le sale operatorie che lavoreranno dal lunedi al venerdi di mattina e pomeriggio. Con i soldi che si risparmianno per le turnazioni del fine settimana (220-240 mila euro annue), Morosini finanzierà il potenziamento del punto di primo intervento che dal mese di agosto 2008 già agisce solo con medici specializzati in emergenza.
Le forze politiche di maggioranza hanno assicurato la massima vigilanza a che il piano non porti alla chiusura, l’opposizione, che aveva chiesto questo consiglio comunale, ha riaffermato il pieno appoggio al piano Morosini.
Per il Comitato Difesa Ospedale è intervenuta Edelwaiss Pellegrini che ha riaffermato invece come il piano porti al progressivo smantellamento del presidio, come già aveva avuto occasione di dibattere nell’assemblea della settimana passata.
Presenti anche i rappresentanti di CGIL-CISL-UIL che hanno sollecitato una visione della sanità più vicina ai cittadini dichiarandosi aperti al confronto sul piano Morosini che va verificato all’atto pratico nei suoi risultati.