Il Resto del Carlino, con una inchiesta di Franco Veroli, torna sulla vicenda swaps, i contratti di finanza derivata che preoccupano alcuni comuni e sui quali la stessa Corte dei Conti ha messo in guardia. Ecco il testo con la parte evidenziata inerente la situzione di Recanati, uno dei comuni dove il dibattito politico su questo aspetto è stato sinora abbastanza serrato con l'opposizione che ha accusato l'amministrazione comunale di non aver adeguatamente riferito e di aver appreso dei reali rischi di una tale operazione economica solo dai giornali, con una intervista del legale incaricato dal comune di seguire l'evolversi, intervista che abbiamo ripreso nelle settimane passate. Ecco di seguito il servizio apparso invece ieri.

"Comuni in fuga dagli Swap, le operazioni di finanza derivata sui debiti, attivate dalla volontà, o necessità, di fare cassa. La crisi finanziaria ha spinto molti amministratori maceratesi a tornare sui loro passi, anche se, nel frattempo, l’Euribor - il tasso d’interesse di riferimento europeo - è sceso in modo significativo. Meglio non rischiare, insomma, considerata la generale incertezza che caratterizza l’attuale situazione economica.

"Abbiamo chiuso lo Swap - afferma Stefano Cardinali, sindaco di Montecosaro - anche se il saldo era ancora attivo. Un accordo che ci è costato sui 25mila euro che, però, sono da detrarre da introiti molto più consistenti. Alla fine ci abbiamo guadagnato. Ma con i soldi pubblici ci si deve muovere con cautela. Tra continuare a guadagnare, visto che i tassi sono ribassati, e i possibili rischi connessi a questi prodotti, abbiamo perferito tirarci fuori. Del resto, se i tassi d’interesse fossero ancora cresciuti quest’anno saremmo andati in perdita".

Il comune di Civitanova con un 'nozionale' (l’importo dei debiti 'ceduti') di 46 milioni di euro, articolato in cinque diverse operazioni, se l’è cavata con un sostanziale pareggio. "Avevamo guadagnato tanto - spiega l’assessore Claudio Morresi - circa 800mila euro. La stessa somma che dobbiamo adesso sborsare per chiudere tutti e cinque gli Swap. Un’operazione che, ormai, è in dirittura d’arrivo".

Ha chiuso lo Swap in attivo (al netto dei circa 7mila euro per rescindere il contratto), anche il comune di Montelupone, mentre al comune di Camerino hanno deciso, almeno per ora, di continuare. La città dei Varano da quando ha sottoscritto il contratto, cioè dal 2002, ha incassato circa 500mila euro, prima di perderne 15mila. Poi la crisi e i dubbi, ma anche i tassi che sono scesi. E di molto. Così lo Swap, almeno per ora, resta in piedi, anche se i conti vengono tenuti sotto stretto controllo.

Era e resta tranquillo il sindaco di Treia, Luigi Santalucia: "Non avevamo motivo di preoccuparci prima, ne abbiamo meno adesso, visto che con il ribasso dell’Euribor siamo più lontani dal pericolo. Abbiamo fatto l’operazione di Swap su circa 5,5 milioni di euro, ma ci siamo autotutelati: abbiamo preferito guadagnare meno, ma anche di rischiare meno. Abbiamo diversificato l’intervento, modulando tra tassi fissi e variabili. Dopo la firma del contratto la banca ci ha sollecitato a modificare l’up front iniziale: ci avrebbero dato di più dei 90mila euro stabiliti, abbassando però pericolosamente il tasso d’interesse oltre il quale saremmo finiti nei guai. Ma non abbiamo abboccato".

Al comune di Recanati, che ha attivato diverse operazioni di finanza derivata, si sta monitorando la situazione. Al momento il saldo è ancora attivo. In ogni caso, presto sarà pronta una relazione del legale incaricato di seguire la vicenda, l’avvocato Fabio Messi, sulla base della quale si deciderà il da farsi.

In generale, però, la tendenza dei Comuni è quella di sfilarsi, tirarsi fuori da strumenti finanziari ad alto rischio, come del resto ha chiesto di fare la Corte dei Conti. Secondo i dati di una recente indagine della magistratura contabile, gli Swap riguardano oltre la metà dei debiti dei Comuni. Una situazione di forte rischio, tanto più seria se rapportata al generale andamento del nostro debito pubblico".