Chi ha pensato di trasferire il Museo Beniamino Gigli dal Palazzo Comunale al Teatro Persiani (nella foto una bacheca) non ha però pensato che sarebbero aumentate le barriere architettoniche: almeno in comune c’era un ascensore che portava al corridoio di accesso alla sala degli stemmi da cui, attraverso la scala d’onore, non ripidissima ma affrontabile per un deambulante con problemi minimi o un anziano (non comunque per un disabile grave). Nella nuova collocazione del Teatro Persiani non solo non c’è l’ascensore, ma anche la scala per raggiungere le sale è tutt’altro che praticabile anche per un deambulante con problemi minimi e anziani.Fin che il museo è stato nel comune è rimasto sempre aperto al pubblico, essendo parte integrante dell’appalto di gestione del sistema mussale recanatese curato dalla Coop Spazio Cultura.Con il trasferimento al Teatro Persiani, il comune non ha dato disposizioni alla Coop Spazio Cultura, ed il museo è formalmente chiuso e lo si apre a richiesta a cura della società che gestisce la gestione della biglietteria del teatro. Ma è già accaduto, proprio durante queste festività, che più di un turista sia andato prima in comune, poi al teatro, non riuscendo alla fine a vedere il Museo Gigli (lamentele sono giunte anche per la chiusura del Museo Diocesano).
Ha senso per un città come Recanati, che si definisce culla della cultura, gestire in questa maniera una risorsa importante come lo sono i musei?L’impressione è che dietro queste “inaugurazioni” ci sia solo una corsa a “fare vetrina” da parte dell’amministrazione comunale, dimenticandosi poi che i musei vanno resi fruibili in orari precisi.Checchè ne dicano i soloni del comune, Recanati segna il passo e la carta turismo, volano per un rilancio, viene disprezzata. Se il Gigli è aperto su richiesta (se si è fortunati di sapere a chi chiedere…), come accennato un altro mistero è quello del Museo Diocesano che rappresenta un polo artistico di notevole valore. La proprietà non è pubblica, ma un accordo per una gestione collegata ai confinanti Musei Civici di Villa Colloredo va trovata tra Diocesi e comune.Non può nemmeno passare inosservata la questione del Museo dell’Arte Contemporanea di chiostro Sant’Agostino. Già vederlo aperto è un miracolo, se poi si prende per vero che l’assessore Bartomeoli vorrebbe farne la sede delle associazioni recanatesi, c’è da preoccuparsi.E poi perché se si va in una qualche città d’arte si trovano cartelli “vai di là”, “vai di qua”, “visita a”, etc. e qui addirittura cadono a terra i cartelli che indicano i Musei Civici (unica segnalazione museale in tutta Recanati ……) e passano settimane prima che qualcuno li riposizioni.Trovate in tutta Recanati un cartello che indichi il Museo Gigli, il Museo della Chitarra, il museo dell’Arte Contemporanea, il Museo Diocesano e le Carceri Pontificie, e l’elenco delle ricchezze cittadine nascoste sarebbe lungo, ma in comune a qualcuno va bene così.Per la cronaca “il Cittadino” (che on line ha una parte del sito dedicato all’offerta turistica) ha ricevuto nel solo mese di dicembre 7 lettere di protesta (Pavia, Gemona, Agnone, Lucca, Castelnuovo Garfagnana, Ariccia, Guardia Piemontese) da parte di comitive che hanno trovato il Gigli chiuso …