Si è concluso il XII Convegno Internazionale Leopardiano che ha rivelato un volto meno noto del poeta romantico.
Un Leopardi antroplogo, indagatore di mondi lontani, di culture e popoli, attento lettore dei resoconti di viaggi in terre sconosciute. Dunque un Leopardi non solo poeta ma anche studioso di lingue e civiltà, capace di anticipare teorie poi codificate più avanti nel tempo.
Non a caso la scelta del Comitato Scientifico Leopardiano è voluta cadere su aspetti di un Leopardi, nuovo ed inesplorato, non ancora oggetto di uno studio sistematico, inedito cultore di tradizioni popolari e di concetti tipici delle discipline popolari.
A margine del convegno che ha visto la partecipazione di studiosi italiani e stranieri di letteratura pura (Leonardi, Ferroni, Folin) e di antropologi (Clemente, Lombardi, Satriani, Niola), ma anche di studiosi del semplice pensieri filosofico e scientifico, linguisti e filologi classici, la contessa Anna Leopardi ha reso noto che ancora esistono degli scritti inediti di Monaldo Leopardi (nella foto) che la famiglia si appresta a pubblicare “un risarcimento verso un intellettuale senza il quale Giacomo non sarebbe stato lui”, sottolinea la contessa Anna.