di Silvano Scavella, presidente AN Recanati

rom121.jpgNon esiste luogo al mondo dove i Rom stiano meglio che nel nostro paese del ben godi e dell’impunità . Anzi proprio perché li aiuta e si rende complice del loro degrado, l’Italia è il paese della cuccagna. Almeno a giudicare dai fondi stanziati e distribuiti alle comunità dei Rom sparse sul territorio nazionale, a cui va sommata l’attività di volontariato delle associazioni cattoliche a partire dalla storica Opera Nomadi. Eppure se solo volessero quei  Rom potrebbero vivere da nababbi indisturbati e, come essi stessi desiderano, separati dal resto del mondo. Invece, nonostante gli sforzi dei Comuni per assicurare loro impianti idraulici ed igienici, energia elettrica ed istruzione scolastica per i minori, il risultato è che divelgono ogni struttura civile predisposta per la loro accoglienza. Si spostano di qualche decina di chilometri e qualche altra amministrazione compiacente li risovvenziona e loro ricominciano la devastazione. Non sono vittime della nostra società, ma di loro stessi, non sono diventati zingari nel nostro Paese, lo erano già prima, in Romania o altrove. Lo sperimentano in prima linea, le comunità di italiani che abitano nei pressi dei  loro accampamenti. Furti negli appartamenti, rapimenti di minori, rapine, accattonaggio violento, stupri etc. senza contare gli incendi di cui fanno le spese proprio gli stessi neonati abbandonati nelle loro roulotte. Il guaio è che  questi nomadi sono per lo più anche clandestini e per tirare a campare, secondo la loro mentalità, scelgono di rubare e delinquere,  tanto in galera non vanno perché la nostra giustizia è flaccida quanto la legge, non siamo capaci di espatriarli, ci fanno pena e se non ci fanno pena siamo razzisti e xenofobi. L’Europa ci vieta di bloccare o limitare gli ingressi dei  Rom. Bene. Però si dia un forte giro di vite alle regole italiane, senza abbarbicarsi alla scusa dei loro costumi e delle loro usanze. Ha fatto bene il nostro governo ad infischiarsene delle critiche in malafede dei vari Schulz ( il Kapò di buona memoria) o di qualche esponente del governo spagnolo ed ha inserito nel decreto sicurezza, il reato di clandestinità. La facciamo facile ? Può anche darsi, se però siamo arrivati a questo punto, i geni non abbondavano certamente. La sicurezza senza la legalità non è un’illusione, è un incubo e quando non ci si sente protetti in casa, quando si ha timore di prendere il treno o  l’autobus, quando si stringono i propri bimbi al grembo perché non si ha più rispetto nemmeno per i più piccoli, quando si ha disagio nel vivere una piazza cittadina, vuol dire che un problema esiste. A forza di chiudere un occhio, anzi entrambi, l’Italia si è trasformata in un porto franco. Lo Stato fino ad ora ha fallito perché ha ammesso eccezioni alla legalità ed ha abolito le pene omettendo i giudizi. Poi ha cancellato anche i pochi giudizi e le conseguenti pene con l’indulto quotidiano, una vera catastrofe. Non c’è socialità che possa sostituire il valore della legge. Parliamoci chiaro, se il grosso degli italiani a prescindere se di destra o di sinistra, del nord o del sud, non si fidano dei Rom, allora vuol dire che non è questione di pregiudizi, ma di giudizi. Preme sottolineare che non vogliamo rinunciare alla nostra tradizionale ospitalità, ma ad una condizione ben chiara: gli ospiti osservino attentamente leggi, codici e codicilli. Chi sgarra, comunitario o non comunitario, paghi realmente secondo le leggi di questo Paese.