nota dell'ANPI Recanati
L’ANPI di Recanati aderisce al presidio cittadino promosso dall’ARCI di Venerdì 25 aprile (ore 10) in piazza Leopardi sotto la lapide che ricorda i caduti nella Lotta di Liberazione e le vittime civili della rappresaglia nazifascista ed invita forze politiche e sindacali ad essere presenti con le proprie bandiere per testimoniare un momento fondamentale della nostra storia pre repubblicana e fondante della stessa Repubblica.
Sono invitati anche tutti i cittadini di ispirazione democratica ad essere presenti e rappresentare che il Paese è ancora legato a questi ideali, per la cui fedeltà, tanti italiani diedero la vita.
Domenica scorsa centinaia di persone hanno partecipato alla Marcia della Memoria per commemorare i caduti dell’eccidio di Montalto, tra cui il nostro Bebi Patrizi. Erano tanti i recanatesi che hanno aderito alla marcia e soprattutto erano i giovani in maggior parte.
L’ANPI sarà presente anche con un pannello con le foto di tutti i caduti recanatesi riconosciuti caduti nella Lotta di Liberazione o vittime della rappresaglia.
Ciò per evidenziare ancora una volta lo scandalo della lapide tagliata dei nomi di questi martiri che a tutt’oggi l’amministrazione comunale non è stata in grado di ripristinare e l’altrettanto scandalosa lapide che senza alcuna logica storica inserisce i caduti recanatesi dopo l’8 settembre 1943 tra quelli della II^ Guerra Mondiale con la dicitura 1940-1943 creando un vero e proprio falso storico.
Il 25 aprile 1945, giorno della Liberazione, Recanati era già territorio libero.
Il 1 luglio 1944 una formazione di militari polacchi, preceduta da esploratori italiani del Corpo Italiano di Liberazione erano entrati in città mentre il Gruppo di Azione Partigiana recanatese aveva preso posizione già dal giorni prima in punti nevralgici della città per impedire azioni di sabotaggio dei nazifascisti o la razzia di materiale per l’industria.
Lo stesso Gap aveva vigilato discretamente per non creare sospetti su diverse famiglie ebree nascoste in città e fatto attraversare il fronte a personaggi delle comunità ebraiche del nord Italia in transito. Intensa era stata l’attività di raccolta informazioni, armi e viveri da trasferire alle formazioni partigiane in montagna.
Non da meno erano state condotte anche alcune azioni armate e di sabotaggio coordinate dal locale CLN insieme al GAP di Portorecanati. Una stazione radio clandestina era nascosta tra Fontenoce e Romitelli.
Il fatto che alla data del 1 Luglio i recanatesi che avevano partecipato alla Resistenza in montagna o in città non significò per loro abbandonare la lotta. In tanti entrarono nel Corpo Italiano di Liberazione e continuarono la lotta contro i nazi fascisti. Altri, impegnati con le formazioni partigiane in Jugoslavia, Albania e Grecia parteciparono alla Liberazione di quelle terre.
Dall’8 settembre 1943 fino alla fine della campagna di Liberazione, saranno 8 i recanatesi riconosciuti caduti in azione, 1 disperso al campo di Mauthausen, 2 le vittime civili della rappresaglia, 1 la vittima di un bombardamento nella zona di Palazzo Bello.
A questi si aggiungono i tanti altri protagonisti in altro modo della Lotta di Liberazione che hanno avuto la fortuna di vedere quel giorno: chi dal campo di concentramento in Germania dov’era stato rinchiuso per avere rifiutato di servire la RSI e imprigionato, chi combattendo in varie zone delle Marche e fuori, chi dando vita all’organizzazione clandestina in città.
A questi, che oggi qualcuno torna a chiamare con disprezzo “banditi”, va il sentito ringraziamento dei cittadini d’ispirazione democratica che l’ANPI invita a partecipare alla manifestazione spontanea e popolare del 25 aprile.