di Silvano Scavella, presidente An Recanati

scavella_silvano.jpgIl nuovo Parlamento sarà senza esponenti dell’ormai anacronistica sinistra radicale. Gli elettori italiani hanno deciso d’improvviso che un capitolo lungo 90 anni è finito e chi non se n’è accorto perde terreno. Non c’è più un solo comunista dichiarato in Parlamento ed i verdi esistono solo tra gli ortaggi. Ammaina bandiera quindi, per la falce e martello ed aria da cataclisma tra chi, definendosi difensore di operai, contadini e pensionati ha votato la finanziaria  “Schioppa-Visco” che ci ha reso tutti più poveri. Una sinistra professorina, acculturata e vippaiola, sempre con la puzza al naso ed accessoriata Prada che di sinistra ha sempre meno ma che coltiva sempre più, le caratteristiche culturali di un movimento elitario,  fatto da gente che parla un linguaggio cifrato che gli “altri” non possono capire.  Una sinistra  incapace di confrontarsi con gli italiani per quello che sono e non per quello che si vorrebbe che fossero. Ci dispiace per uno solo, per Bertinotti che ci piaceva per i suoi toni pacati e l’erre moscia. Addio Presidente. Quando Berlusconi faceva scrivere sui manifesti elettorali “Presidente operaio” e quando Bossi parlava di una Lega, forza dei lavoratori, gli intelligentoni di Anno Zero e tutta la paccottiglia intellettuale che li accompagna, dileggiavano e sfottevano, ora piangono amaramente, cercando di decifrare quel 3 per cento che si sono ritrovati in mano.  Con Berlusconi, Fini e Bossi ci sono operai, artigiani, agricoltori e piccoli imprenditori. C’è chi ha ancora voglia di fare piccola impresa, di sfidare il mercato e soprattutto gli sportelli bancari dal braccino corto e dalla lingua velenosa del “quando rientri ?” e non campare nei salotti buoni della finanza d’alto bordo. La verità è che ormai in Italia, appartenere alla sinistra radicale è diventato sinonimo di snobismo politico. Gli sguardi di sufficienza ed i sorrisi di compatimento, hanno portato questo mondo politico ad una sconfitta elettorale senza precedenti. Con questa debacle, crolla inoltre il mondo dell’ambientalismo fallocco di Pecoraro Scanio e dei suoi sodali. Eppure per la vergognosa emergenza della monnezza campana, hanno omertosamente soffocato per anni il problema, all’interno dell’allegra ex combriccola governativa nazionale e regionale. Hanno anche proditoriamente taciuto ai napoletani, per paura di essere linciati, l’inverosimile alzata d’ingegno di aver elargito più di 30 milioni di euro al Libano ed altri 6 all’Angola, per  risolvere il problema della loro raccolta differenziata dei rifiuti !!. Forse Pecoraro Scanio, ex ministro del no e ritenuto tra i maggiori responsabili del “disastro monnezza”, rimpiangerà la scelta fatta da Mastella che, per evitare l’umiliazione delle urne, non si è nemmeno presentato alle elezioni. Di sicuro non è più credibile un modello ambientalista proposto da chi sogna l’atollo incontaminato della Miscronesia senza rinunciare ad una impeccabile copertura del cellulare, di internet, o all’aria condizionata ed alla barca a motore da 1000 cavalli. Verdi e sinistra radical-chic, passati  dai colori dell’ arcobaleno a quelli del tramonto, sono rimasti sepolti da tutti i loro no, no  e  bla bla bla. D’altra parte, come pretendere di conquistare la fiducia degli italiani quando si porta stampata in faccia l’espressione finto-bonaria di un Alberto Sordi nell’indimenticabile parte del Marchese del Grillo: “ Io so’ io, voi non siete un cazzo ”. Alla fine però, è la storia a dimostrarlo, il popolo si ribella.