RECANATI – Fissata tra le 11 e le 12 di sabato 3 dicembre la tumulazione della salma di Lucio Magri nel cimitero leopardiano. Oggi la piccola tomba che raccoglie le spoglie della moglie Mara è stata un continuo pellegrinaggio di persone che attendevano l’arrivo della salma del fondatore del Manifesto per tributargli un ultimo saluto.
Fabriano, Civitanova, Urbino, Umbertide le provenienze di alcuni che abbiamo incontrato e che hanno già detto che torneranno sabato. Persone che hanno un passato politico alle spalle nelle fila della sinistra intellettuale ed operaia italiana. Non a caso la sezione recanatese del Manifesto era una delle più consistenti numericamente e la terza dopo Roma e Milano e molti nelle Marche vi facevano riferimento.
Un operaio al lavoro al cimitero ci dice che ha sentito anche persone che sono venute da Rimini, Pescara, da vicino Bologna. Ma di tante altre non ha saputo dire la provenienza.
Non ci sarà alcuna cerimonia ufficiale di commiato ma non possiamo immaginare che i compagni di sempre lascino solo Lucio Magri nel suo ultimo viaggio.
La morte, o meglio il come, ha animato un forte dibattito in Italia ed anche per questo sulle esequie ci sarà una forte attenzione dei media.
“Lucio e Mara uniti per sempre”, questo è scritto sul retro della lapide che sarà utilizzata, girandola rispetto a quella che oggi riporta solo il riferimento alla moglie. Magri aveva pensato a tutto coltivando l’idea del suicidio assistito, anche la preparazione della lapide.
Lucio Magri troverà nel cimitero recanatese un compagno eccellente. A 50 metri dal sacello di Magri c'è quello di un altro grande nome della sinistra italiana, quello di Giacomo Brodolini, Ministro del Lavoro e padre dello Statuto dei Lavoratori. Ironia della sorte tutti e due morti in Svizzera, Magri per una sua scelta, Brodolini per un male incurabile.