Si delinea il quadro completo dell’operazione sfratto Ircer da parte del comune. Ma con due punti interrogativi: la resistenza che l’ARCI si prepara ad opporre in sede legale e il fatto il comune nel progetto complessivo prevede un intervento su un bene che non è suo, bensì della Regione Marche, e che questa ha messo in vendita.
Con ordine. Il comune al posto della sede ARCI (l’immobile è comunale) intende trasferire la sede del Centro di Educazione Ambientale che lascerebbe libero lo stabile che occupa a Villa Colloredo. Ma il CEA ha realizzato al chiuso la ricostruzione di un ambiente fluviale con tanto di acqua e pesci tipici della vallata del Potenza. Dove andrà, viste le dimensioni, questo allestimento? Per il comune nel vicino complesso dove fino a qualche anno fa esisteva il Circolo Cittadino di Lettura e Conversazione, che però è un immobile di proprietà regionale che è stato messo all’asta. E c’è già chi si è rivolto alla Regione per chiarimenti su questo progetto che verte su un bene non utilizzabile dal comune.
L’assessore al bilancio al patrimonio, Bartomeoli, va comunque avanti e conferma che il Cea andrà ai giardini pubblici e che nel liberato complesso annesso a Villa Colloredo si andrà a realizzare una struttura turistica di accoglienza con tanto di servizio ristorazione.
Chi si aggiudicherà la gestione del complesso dovrà anche garantire la manutenzione del parco di Villa Colloredo che versa in uno stato di degrado evidente.
Ma l’iniziativa di Bartomeoli coinvolge anche il Museo dell’Emigrazione che si trova a Sant’Agostino: via da quella sede e inglobamento nei Musei Civici di Villa Colloredo.
Quale la destinazione poi dei locali sgomberati. Sembra per sede di associazioni che ne facciano richiesta.
Per Bartomeoli però la prima scadenza è quella legata all’operazione ARCI/CEA: a giungo sfratto esecutivo per l’ARCI e da settembre operatività completa del CEA nella nuova sede.
Va ricordato però che di mezzo c’è un’azione legale intrapresa dall’ARCI e l’atteggiamento che assumerà la Regione circa la destinazione di un bene messo in vendita e su cui terzi hanno già preso decisioni senza averne la titolarità.