nota del comune
PORTO RECANATI - È clamoroso quanto sta emergendo dall’esame delle carte che la Giunta Michelini sta effettuando nell’ambito delle attività finalizzate al recupero del capannone dell’ex Montecatini.
Clamoroso perché, nel novembre del 2017, la Giunta Mozzicafreddo ha commissionato ad una ditta di Recanati lavori di “incapsulamento” dell’asbesto, regolarmente eseguiti e pagati.
Il caso “amianto” era balzato prepotentemente agli onori della cronaca nel 2014, subito dopo l’inaspettata vittoria del centro-sinistra alle elezioni.
Con determina del 4 dicembre 2014, l’Ufficio Tecnico aveva affidato la valutazione del rischio amianto presso il capannone ad una ditta specializzata, commissionando altresì una serie di campionamenti.
La relazione finale dei tecnici fu implacabile e attestava la presenza di amianto del tipo “crisotilo” sul tetto del paraboloide. A confermare la cosa anche le dichiarazioni rese dal professionista a verbale di una conferenza di servizi.
«Pare che i problemi nascano tutti ora che è salita al governo la nuova Amministrazione», aveva dichiarato nel gennaio del 2015 il sindaco Sabrina Montali, e forse un po’ di verità in quelle parole c’era davvero.
Il 19 maggio 2015 cade la Giunta Montali e, due giorni dopo, viene nominato Commissario prefettizio il Dott. Passerotti.
Il 27 maggio 2015 una determina, a firma del responsabile dell’epoca, aggiudica definitivamente alcune opere di bonifica ed asportazione dal Nervi di materiale contenente amianto per circa 2.000 kg.
Spesa prevista per l’allestimento del cantiere e per la pratica ASUR € 2.500,00 + I.V.A., spesa per la raccolta l’imballo ed il trasporto in discarica € 2.000,00 + I.V.A.
Stranamente quella determina verrà pubblicata con oltre un anno di ritardo, dopo la fine del commissariamento, esattamente il 30 settembre 2016.
Intanto, a giugno del 2016 il centrodestra torna al governo del paese, i lavori pubblici vengono affidati al vice sindaco Rosalba Ubaldi.
Il 17 agosto del 2017, la Giunta Mozzicafreddo approva un progetto di “intervento urgente di bonifica della copertura in cemento amianto a mezzo di incapsulamento, per una spesa complessiva di €100.000,00, di cui € 87.537,76 per lavori e € 12.462,24 per somme in amministrazione”.
E veniamo alla Giunta Michelini.
«Nel 2021, le attività effettuate dal R.R.A. (Responsabile Rischio Amianto) nel 2020 evidenziavano la necessità di programmare una nuova applicazione del ciclo incapsulante ma, prima di procedere per quella via – commenta l’assessore Lorenzo Riccetti – abbiamo voluto vederci chiaro».
«Poiché – prosegue Riccetti – per oltre 10 anni non era mai stata applicata alcuna rotazione nell’affidamento degli appalti di servizi si è pensato di nominare un diverso R.R.A (Responsabile Rischio Amianto) che, su incarico dell’architetto Donatella Paciarotti ha provveduto a commissionare a una ditta diversa dalla precedente l’esecuzione di nuovi accertamenti e nuove analisi. Ebbene i risultati sono stati inaspettati quanto incredibili: sul tetto del Nervi non ci sarebbe il pericoloso materiale. La cosa, a detta dei nuovi tecnici e dai report delle nuove analisi, sarebbe anche visibile ad occhio nudo. Le successive analisi hanno confermato il risultato negativo. Nessuna presenza di amianto sul tetto del Capannone Nervi».
«Non sapevamo se essere contenti per la scomparsa del mostro ambientale – commenta il sindaco Andrea Michelini – o esterrefatti per quanto emerso dai risultati di laboratorio, per cui abbiamo ripetuto le indagini ricorrendo ad altro soggetto certificatore; anche in questo caso l’esito è stato negativo».
«Naturalmente, di quanto emerso è stata notiziata l’autorità competente. Se la cosa venisse confermata in maniera definitiva, si tratterebbe di un danno enorme per l’Ente oltre che di una clamorosa beffa dai risvolti preoccupanti – conclude il Primo cittadino –, ma soprattutto sarebbe la conferma di un fatto inquietante. Ovvero che con un diverso responsabile all’Ufficio Tecnico e l’introduzione del principio della rotazione degli incarichi e la nomina di un nuovo R.R.A. e un po’ di sana amministrazione, viene restituita un’altra verità: le analisi diventano quanto meno sbagliate, l’amianto sparisce ed oltre 100 mila euro di risorse a bilancio si trasformano in un possibile sperpero di denaro pubblico».