TOLENTINO - Concerto esplosivo a Tolentino lo scorso sabato con il pianista jazz Benito Gonzalez, ospite della stagione del Politeama con una formazione esclusiva che, oltre ad includere il suo trio formato da Gabriele Pesaresi al contrabbasso e Mario Rodriguez alla batteria, ha portato sul palco due special guest come il trombonista Massimo Morganti e il percussionista Roberto Gatti.

La performance di Gonzalez ha entusiasmato il pubblico presente che è stato letteralmente travolto dalla sua potente carica musicale che unita all’energia dei suoi eccellenti musicisti ha dato vita a lunghe e ricercate escursioni nel linguaggio jazz all’insegna del fast.

Organizzato in collaborazione con l’Associazione “Tolentino Jazz”, l’evento musicale è stato aperto dal brano “Herbie”, composizione del pianista venezuelano dedicata ad Herbie Hancock, che dopo l’enunciazione del tema ha subito rotto gli argini con un incessante fiume di note nel suo “solo” e come nel suo stile ha profuso materiale melodico in incessante rielaborazione.

Di seguito l’ipnotico “Smile”, contenuto nell’album “Sing to the World”, è partito con un misterioso ostinato che dalla tastiera è passato al contrabbasso di Pesaresi, prezioso fulcro della sezione ritmica, trasfigurandosi successivamente nelle architetture musicali costruite in sinergia con gli altri strumenti, lasciando spazio anche alle funamboliche evoluzioni al trombone di Morganti e ad uno scatenato solo di Rodriguez alla batteria, che ha sfiorato il parossismo. In omaggio ad uno dei pianisti che più lo ha ispirato, Gonzalez ha eseguito subito dopo “Fly with the wind”, composizione di McCoy Tyner del 1976, continuando a tenere alta l’attenzione e appassionando ulteriormente il pubblico, ormai conquistato dalle sue progressioni velocissime, dalla vincente sinergia fra i musicisti e dalla grande energia sprigionata sul palco.

In questo brano Gatti ha dato il suo speciale contributo regalando un avvincente solo, così come nei precedenti i suoi compagni di palco hanno profuso il loro ingegno musicale sempre in linea con un modo di fare jazz audace, spericolato e in dinamico divenire. L’impetuoso happening si è momentaneamente fermato grazie ad una parentesi più intima e meditativa suggellata dai morbidi suoni del trombone di Morganti intrecciati al piano di Gonzalez per interpretare in modo personale la ballad “Polka Dots and Moonbeams”, primo successo del grande Frank Sinatra nel 1940.

Infine Gonzalez ha proposto la sua “Flatbush Avenue”, riportando sui tasti bianchi e neri la frenesia e i rumori della strada dove ha vissuto per 16 anni a New York. In un clima ormai euforico e festaiolo, lo straordinario Gonzalez insieme al suo magico quartetto si è lanciato in un bis in cui ha mixato “Giant Step” di Coltrane con inserti di sapore cubano concludendo il concerto in modo pirotecnico.