PESARO - È stato presentato questa mattina nella Sala Rossa della Residenza Municipale di Pesaro la conferenza dal titolo “Luciano Pavarotti, le ragioni di un mito: a Pesaro, l’omaggio a una delle grandi voci del XX secolo” che si terrà sabato 8 settembre all’Auditorium di Palazzo Montani Antaldi (inizio ore 17.15, ingresso libero). L’evento è organizzato dalla WunderKammer Orchestra in collaborazione con Ente Olivieri, il patrocinio del Comune di Pesaro e il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro.Pesaro 5 set 2018 da dx Stefano Gottin Adua Veroni Luca Bartolucci 2

Relatori Leone Magiera, direttore d’orchestra e pianista, Silvana Silbano, docente di canto al Conservatorio Verdi di Torino, Adua Veroni, agente teatrale, Micaela Magiera, scrittrice, Stefano Gottin, presidente WunderKammer Orchestra e moderatore.

“La WunderKammer Orchestra ha intensamente voluto questo convegno – spiega il presidente della WKO, Stefano Gottin - ricco di significati per la città di Pesaro, sia per l’argomento trattato sia per l’autorevolezza dei relatori, testimoni diretti della carriera e dell’arte di Luciano Pavarotti, uno dei più grandi tenori del XX secolo la cui popolarità planetaria, così come era avvenuto solo per Enrico Caruso e Beniamino Gigli, si è elevata a ‘mito’, facendo di ‘Big Luciano’, dagli anni Ottanta in poi, non solo uno dei personaggi più famosi del mondo ma un’icona di rilevanza storica.”

“Ma il ‘mito’ si autoalimenta – continua Gottin - e finisce per porre sullo sfondo le ragioni stesse che l’hanno determinato, rendendole indistinte e confuse”. Di qui l’urgenza di documentare quell’arte e quella carriera che sono state alla base del mito. Egli stesso, poco prima di lasciarci, nel 2007, chiese di essere ricordato come ‘cantante lirico’, ossia che qualcuno desse conto proprio delle ‘ragioni del mito’, da cui prende titolo e argomento questa iniziativa che vede la luce proprio a Pesaro, città che il tenore modenese aveva scelto come sua seconda residenza del cuore e buen retiro.

I relatori proporranno un excursus della straordinaria carriera di Pavarotti nel suo periodo d’oro, quello che precede il mitico “Concerto dei tre tenori” del 7 luglio 1990 alle Terme di Caracalla e i successivi concerti pop degli anni Novanta e Duemila, intrecciando riflessioni sulla tecnica e sulle eccezionali caratteristiche vocali ad aneddoti e spaccati che restituiscono la sua storia professionale e personale che ha attraversato ed inciso in buona parte della seconda metà del Novecento.

Il M° Leone Magiera parlerà di “La voce di Luciano Pavarotti: tipologia vocale, inquadramento storico-stilistico, repertorio e sua evoluzione”, argomento che conosce più di chiunque altro essendo stato del grande tenore maestro, preparatore negli anni dello studio e nei primi venti anni di carriera, pianista accompagnatore e direttore d'orchestra preferito. La prof.ssa Silvana Silbano, mezzosoprano e titolare della cattedra di canto al Conservatorio di Torino si soffermerà su “La tecnica di canto di Luciano Pavarotti: comparazioni”. Alla signora Adua Veroni il ricordo più profondo essendo stata per più di 30 anni sua compagna di vita e contemporaneamente manager, dagli inizi a quegli anni fulgidi; il titolo del suo intervento è infatti “Da una vita normale allo star-system: essere moglie e agente di Luciano Pavarotti”. Ancora ricordi che intrecciano vita, arte e lavoro sono anche quelli di Micaela Magiera, avvocato di professione e figlia di Leone e di Mirella Freni - grande soprano e amica di infanzia di Pavarotti - che ha trascorso la sua infanzia ed oltre in una specie di ‘famiglia allargata’ di cui faceva parte la sua e quella del tenore; tutto ciò è diventato un libro che verrà presentato dalla stessa autrice e che si intitola “La bambina sotto il pianoforte: storie d’amore di musica nella Modena di Mirella Freni, Leone Magiera e Luciano Pavarotti” (Edizioni Artestampa). Al presidente della WKO Stefano Gottin l’onore e l’onore di fare da moderatore e di portare anch’egli la propria testimonianza personale essendo stato amico del grande Luciano che lo ha iniziato al piacere della musica e del bel canto quando aveva solo 17 anni, esperienza che racconta in un intervento dall’enigmatico titolo “Io c'ero o....avrei voluto esserci!”.

Gli interventi saranno punteggiati dall’ascolto di contributi sonori del grande tenore e non solo, veri e propri eccezionali reperti storici che vanno da “Dispar vision” da Manon di Massenet del 1969 alla Scala, a “A te o cara” dai Puritani di Bellini del 1972 a Philadelphia, a “Celeste Aida” dall’omonima verdiana del 1985 sempre alla Scala, a tanti altri, 14 in tutto.