Non passa giorno o quasi che l’ospedale non sia la centro del dibattito. Stavolta ad esprimere la forte preoccupazione sul futuro del Santa Lucia è l’Aned, Associazione nazionale emodializzati delle Marche che, per voce del segretario regionale Marianna Lolli si inserisce nel dibattito stesso anche perché preoccupata per il servizio dialisi del Santa Lucia dove è trattata una cinquantina di cittadini. I dializzati, fa notare la Lolli, sono persone che solitamente tre volte alla settimana si recano in ospedale per depurare il proprio sangue grazie al rene artificiale, con tutte le conseguenze che ne possono derivare sotto i diversi aspetti della salute, sociale, lavorativo e di relazione.
Pertanto quando si sente parlare a cuor leggero di altri ospedali distanti solo pochi chilometri come soluzione praticamente uguale ad avere una struttura sanitaria a Recanati, non si fa che accrescere lo stato d’ansia dei malati. Uno stato d’ansia che cresce di giorno in giorno mentre niente si va facendo per chi soffre di tali patologie. Di qui la richiesta alla direzione della Zona affinché intervenga poiché nonostante siano passati più di 18 mesi dalla visita conoscitiva del gruppo di lavoro incaricato dall’assessore di valutare le strutture dialitiche della Regione, il vitale impianto dell’acqua di Recanati, che risale al 1993, ancora deve essere sostituito nonostante il progetto approvato e i fondi disponibili, nonostante l’urgenza sollevata dal gruppo di lavoro. Gruppo che, continua la Lolli, benché abbia sollecitato l’adeguamento strutturale con un ampliamento dei locali per migliorare la vivibilità del reparto stesso, ancora oggi niente si è fatto coprendosi dietro la possibile chiusura dei piccoli ospedali o la loro riconversione. L’ampliamento peraltro è possibile con i locali liberi posti a ridosso del centro e che permetterebbero di migliorare la disposizione degli spazi per l’accoglienza. Così nei corridoi e negli spogliatoi non stazionerebbero più barelle, carrelli o carrozzine. Si potrebbero poi risolvere i problemi manifestati dai rivestimenti di alcune pareti, eliminare i forti spifferi che penetrano dalle finestre e che per evitare problemi facilmente immaginabili per i pazienti si cerca di risolvere mettendo coperte e lenzuola sugli infissi stessi per cercare di salvaguardare in ogni modo la salute dei 40 pazienti che in media utilizzano il servizio dialisi del Santa Lucia di Recanati e che assicura la continuità assistenziale ad un bacino di utenza quasi paragonabile a quello di un Sdo ospedaliero di piccole dimensioni.