Il 22 marzo debutta, in prima nazionale, al Gobetti di Torino “Operette morali” di Giacomo Leopardi, diretto da Mario Martone per lo Stabile della capoluogo piemontese. Lo spettacolo successivamente sarà a Roma, al Teatro Argentina, dal 3 al 15 maggio. Si tratta di uno degli eventi teatrali per ricordare i 150 anni dell’Unità d’Italia che coinvolge anche il grande di Recanati (1798 - 1837) considerato a pieno titolo, per il periodo storico in cui è vissuto, il poeta dell’Unità d’Italia. La scelta delle “Operette morali” componimenti in prosa, dialoghi e novelle, si deve al modo come viene descritto il rapporto dell’uomo con la storia. Tesi fortemente intonata a quanto accadeva nei primi anni dell’Ottocento in quanto strettamente collegata con la cultura italiana del tempo. Non è la prima volta di Leopardi sulle nostre scene, spesso è stato presente nella seconda metà del secolo scorso, omaggiato in numerose occasioni. Persino la danza con l’Aterballetto di Mauro Bigonzetti si è occupato di lui con un trittico coreografico esaltante il linguaggio del corpo come l’avrebbe concepito Leopardi. Dedicate all’opera del popolare Conte ci sono stati diversi allestimenti teatrali. Uno di questi diretto e interpretato da Franco Ricordi ha avuto come titolo “Gli inganni dell’infinito” inerente il percorso biografico. Un Leopardi inedito tra musica, teatro e poesia si è avuto con “Entro nella dipinta gabbia” protagonista Galatea Ranzi, percorso sonoro sui conflitti di una coscienza che esplora le proprie segrete contraddizioni. In questo caso, la parola dialogava con la musica in un fitto contesto drammatico.
Uno spettacolo sugli scritti giovanili di Leopardi è stata opera di Franco Però intitolata “Lieti inganni, felici ombre”. Di particolare rilevanza di Leo De Berardinis “Il fiore del deserto” in cui, nel corso di uno spettacolo , sono stati riuniti i frammenti di liriche e di prose, dalle “Operette morali” allo “Zibaldone”, allestimento che nel 1988 ebbe il suo debutto a Recanati.
Un altro non dimenticato esponente del nostro teatro, il regista e attore Renzo Giovanpietro è autore di “Processo a Giacomo Leopardi”, messa in scena successiva alle “Operette morali” che lo stesso Giovampietro aveva realizzato qualche anno prima. Nel “Processo” furono rivelati aspetti sconosciuti e sorprendenti dell’universo leopardiano, testo molto intrecciato di versi, pensieri, lettere e dialoghi. Fu un allestimento che si avvalse delle musiche di Gioacchino Rossini e delle scene e costumi di Lele Luzzati. In data recente ha trovato un meritato risalto la rappresentazione al Lauro Rossi di Macerata “Giacomo mio, salviamoci !” su musica di Giorgio Battistelli e copione di Vittorio Sermonti e voce recitante di Umberto Orsini.