E' rientrato dalla Libia Alessandro Nardi, dipendente della NSC di Potenza Picena, ditta specializzata nel settore petrolifero. Nico Coppari per il Corriere Adriatico lo ha avvicinato e il servizio è apparso sull'edizione regionale del Corriere Adriatico (nella foto).

il testo: nsc-003

È riuscito a rientrare in Italia, mentre in Libia si scatenava la guerra civile. Alessandro Nardi, recanatese di 38 anni, tecnico della Nsc di Potenza Picena leader mondiale in servizi specialistici nel settore petrolifero, ha vissuto un’avventura che, per una questione di ore, poteva essere ben più drammatica. Alessandro Nardi era a Tripoli dove, per conto dell’azienda, è responsabile della manutenzione delle apparecchiature. Con lui altri tre, tutti tecnici e manager, due stranieri e uno, Marco Magliani, di Pescara. “Per nostra fortuna - racconta Alessandro - l’azienda si è prontamente attivata per farci rientrare”. Il recanatese e gli altri tre sono riusciti a raggiungere l’aeroporto di Tripoli e andarsene da un Paese che, come narrato da tutte le cronache internazionali, è in guerra civile. Nel giro di poche ore Alessandro è rientrato a Recanati, nella sua casa in via Le Fonti. “Durante il giorno - racconta Alessandro mentre segue in tv il notiziario di Rai News dalla Libia - vedevamo scorazzare le auto con a bordo uomini col passamontagna verde che sventolavano bandiere pro-Gheddafi. Abbiamo anche sentito dei colpi di mitra”.

Alessandro e gli altri evitavano ormai da qualche giorno di uscire di casa. “Da quando era stata messa in programma un’iniziativa nella Piazza Verde in cui avrebbero manifestato sia esponenti pro-Gheddafi sia contro Gheddafi. In città era vivamente sconsigliato di uscire di casa quel giorno così come, possibilmente, nei seguenti. Cosicché ci siamo premuniti e abbiamo fatto provviste di cibo anche per i giorni successivi”.

“In giro per la città - continua il racconto del recanatese - nel tardo pomeriggio un silenzio incredibile, surreale, assolutamente strano per il posto dove c’è perennemente, soprattutto in quella fascia oraria, un trambusto di persone, motorini e auto. Quel silenzio lasciava trapelare la tensione che stava crescendo. Una sorta di coprifuoco spontaneo: la gente decideva di non uscire di casa perché aveva paura”.

Un Paese in guerra e oppresso dalla mancanza di libertà di pensiero. “Abbiamo vissuto in diretta l’oscuramento del canale locale di Al Jazeera - racconta ancora Nardi - stavamo seguendo le notizie sui disordini e sull’evolversi della situazione quando improvvisamente il canale si è oscurato. Qualche secondo e poi è tornato il segnale ma era un altro canale. Oramai il canale non trasmetteva più dal posto ma era Al Jazeera da Londra che aveva ripreso le trasmissioni”.

Alessandro a Tripoli si occupa della manutenzione delle attrezzature della Nsc. Stesse mansioni quando rientra in Italia, nella sede lungo la strada Regina, in territorio di Potenza Picena. Da una vita il recanatese lavora nell’azienda potentina. “Dal 1991, ero appena diventato maggiorenne quando sono entrato”. Il presidente Vincenzo Taffo, amico di vecchia data col padre di Alessandro scomparso qualche anno prima, aveva pensato bene di chiamare il figlio per entrare a far parte della squadra.

Per lui la Libia è diventata la seconda casa. Da settembre del 2009 Alessandro si sposta per lavoro a Tripoli. Prima ogni due mesi, poi la frequenza dei viaggi di lavoro aumenta. “Ora faccio praticamente un mese in Italia e un mese a Tripoli, dove l’azienda ci mette a disposizione una casa nel quartiere Janzur. Quando siamo là non abbiamo tempo per girare la città. La sera ci concediamo ogni tanto una cena in centro, niente di più”. Ma la tensione è ormai troppa per restare ancora.