In merito al piano di riorganizzazione della sanità marchigiana c’è bisogno di capire quanto e come sia opportuna e necessaria. Così si è espresso nella conclusione dell’incontro di ieri a Recanati, davanti a un’aula magna stracolma di gente, il segretario generale della Cisl di Macerata, Marco Ferracuti. La sanità che cambia: il futuro dei servizi della Zona 8 era il tema trattato nell’incontro promosso dalla Cisl di Macerata, che ha visto intervenire Dino Ottaviani segretario generale dei pensionati della Cisl, Marcello Evangelista responsabile Cisl funzione pubblica, l’assessore regionale alle politiche sociale Luca Marconi, i sindaci di Recanati e Civitanova Francesco Fiordomo e Massimo Mobili, Alessandro Marini direttore della Zona territoriale 8.

Ferracuti, sempre nel tirare le somme dell’iniziativa, ha spiegato come le problematiche da discutere e risolvere alla luce del programma che la Regione si è data, sono i servizi sanitari in provincia di Macerata, le cui criticità sono rappresentate dalle lunghe liste di attesa, i pronto soccorso ed i punti di primo intervento, la carenza di personale nei reparti e la necessità di investire in tecnologie. E poi la necessità di ridurre la mobilità passiva, oggi attestatasi sui 100 milioni di euro, e circa mille cittadini che si rivolgono fuori regione per le prestazioni specialistiche e non solo.

Per Ferracuti serve un recupero del confronto con la Regione interrompendo le iniziative in atto e per capire quali saranno gli scenari della sanità futura, mettendo al centro dell’attenzione il cittadino, recuperando risorse dalla mobilità passiva, dalle convenzioni con le strutture private per una integrazione e cercando risparmi soprattutto dai servizi amministrativi, non facendo tagli sul personale sanitario.

Ad aprire i lavori è stato Ottaviani che ha fatto una panoramica sulla situazione degli anziani in provincia, sottolineando la necessità di promuovere la salute degli immigrati, in continuo aumento, della necessità di riorganizzare la rete ospedaliera che prevede strutture ad alta specialità. Il modello maceratese con ben sette strutture è insostenibile e poco rispondente ai bisogni di salute; l’ospedale provinciale è modello da seguire anche per diminuire la mobilità passiva. Via quindi i tanti, troppi doppioni per garantire il diritto alla salute, che resta la vera priorità.

Dopo di lui Evangelista, che ha sfornato una serie di numeri sull’attività del personale sanitario, stressato da turni pesanti ed insostenibili che espongono a serio rischio gli stessi lavoratori. Il sindaco Fiordomo ha spaziato dalla situazione generale a quella locale, ricordando gli errori del passato, il bisogno di risparmiare e razionalizzare e non è mancata una piccola nota polemica su quanto accaduto per la radiologia di recente, con l’ordinanza per la tutela di un servizio essenziale per il cittadino. La riorganizzazione per Fiordomo deve passare attraverso un processo condiviso ed i sindaci essere interpreti dei bisogni della comunità da valutare anche attraverso la conferenza dei sindaci, la quale deve tornare a riappropriarsi delle sue funzioni mentre la Regione deve dare l’indirizzo su cui discutere.