Botta e risposta tra Anna Menghi, presidente ANMIL di Macerata ed il sindaco Francesco Fiordomo sulle barriere architettoniche dopo il caso sollevato dal consigliere comunale del PdL, Maurizio Paolettti.

Motivo del contendere la soluzione adottata dal comune per abbattere le barriere architettoniche nel’ufficio dell’assistente sociale. A far intervenire dalle pagine del Carlino la Menghi è stata la replica del comune che avrebbe manifestato la sua sensibilità verso  la disabilità affermando che la disabile cui si riferiva Paoletti nella sua sortita, sarebbe stata ricevuta in una sala all’uscita dell’ascensore o in quella della giunta al secondo piano del palazzo comunale.

“Non ci siamo –ha commentato la Menghi- perché ci troviamo di fronte a evidenti barriere culturali più pericolose e più difficili da abbattere di quelle naturali”.

Nel giudicare l’approccio al problema da parte del sindaco non condivisibile la Menghi commentava “quando si dice che è vero che ai servizi sociali ci sono dei gradini, però per i disabili abbiamo una stanza ad hoc, significa non aver capito lo spirito con il quale deve essere affrontato il problema delle barriere”.

Il sindaco Fiordomo ha subito replicato alla Menghi spiegando la filosofia che persegue l’amministrazione comunale, invitando tra l’altro la stessa Menghi ad un incontro per avviare un percorso comune di collaborazione in materia.

“A Recanati -scrive il sindaco- le barriere architettoniche sono troppe. Addirittura lavori per il rifacimento di strade e marciapiede senza tenere conto dei disabili con degli scivoli, non sono state rispettate le larghezze minime, non sono tutelati gli attraversamenti pedonali. Per il futuro le cose cambieranno e ci sarà maggiore sensibilità. Nel campo della disabilità il comune segue 42 bambini con soddisfazione delle famiglie, abbiamo un centro diurno che è un modello di organizzazione. Stiamo cercando di intervenire sulla ditta che per 45 anni avrà la gestione dei parcheggi, non per decisione nostra, e che è rigida sulla sosta per i disabili applicando alla lettera la sentenza della Cassazione in materia”.

Fiordomo giustifica poi la scelta di utilizzare i nuovi uffici per i servizi sociali con il fatto che questi sono più ampi e garantiscono anche una sfera di riservatezza che per certe situazioni è d’obbligo.

menghi