Sul sito della Banca di Credito Cooperativo di Recanati e Colmurano è stata pubblicata una intervista al neo direttore generale Romolo Sartoni curata dall'Ufficio Comunicazione dell'istituto di credito che, come abbiamo già avuto modi di riferire, sta riorganizzandosi per mantenere ed aumentare il suo ruolo di punto di riferimento per la comunità locale.
Ecco il testo dell'intervista.
Dottor Sartoni da qualche giorno ha preso conoscenza con questa nuova realtà recanatese ma cosa significa realmente questa riorganizzazione?
“Intanto ringrazio tutti i soci, e i soci fondatori in particolar misura, perché io oggi non sarei qua se non fossero passate prima di me tante persone che comunque hanno contribuito a crescere, a far crescere, a realizzare una banca di credito cooperativo importante a livello regionale e credo anche a livello nazionale, perché sicuramente siamo nella fascia medio-alta delle Banche di Credito Cooperativo. Ecco perché
secondo me bisogna vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto, guardando anche le cose che possono non andare o non apparire perfette, senza perdere di vista gli aspetti fondamentali. Questo vuol dire che c’è una comunità che nel tempo e negli anni ha contribuito, non senza sacrifici, a realizzare una importante struttura cooperativa. Il fatto che la sede della banca sia nella piazza principale accanto al
Comune e alla Chiesa è emblematico e, conseguentemente, non c’è bisogno di nessun altro commento: è evidente sin da adesso che la BCC riveste un ruolo di primaria importanza sul territorio”.
Da “banchetta” come veniva comunemente chiamata la Cassa Rurale e Artigiana sorta agli inizi degli anni 50 a banca. L’istituto di credito recanatese con 13 filiali è cresciuto enormemente nel corso di questi anni. Sono cambiate molte cose nel sistema bancario, servirà quindi modificare qualcosa anche dell’organizzazione vera e propria della struttura?
“Credo di si e non tanto per dare dei giudizi sulle persone che mi hanno preceduto ma semplicemente perché tutte le organizzazioni vanno adeguate al cambiamento delle regole e dei tempi. Basta pensare che tutti prima dell’11 settembre eravamo convinti della necessità assoluta della globalizzazione, dopo quella data si è invece subito pensato di essere un po’ meno globalizzati e più attenti ai problemi locali. Ecco perché ho proposto, già in diverse occasioni, la prima volta col Presidente, successivamente con il consiglio, con il collegio sindacale e quindi comunicato al personale, che dobbiamo tornare ad essere Cassa Rurale ed Artigiana. Questo è lo spirito giusto. E come ho detto ad un socio, che mi diceva di essere un artigiano, che anche io sono artigiano come lui, oltre che un rurale. Questo è il ruolo che dobbiamo tornare a rivestire, ovviamente il tutto va rivisitato nel 2011, mantenendo un forte radicamento sul territorio. Questa forte attenzione, che peraltro mi sembra sia già presente, va ulteriormente rafforzata con tutte le iniziative che
volgono in questa direzione”.
Un istituto di credito che è divenuto il fiore all’occhiello della città di Recanati ma non solo, tanto è vero che, forse, quando si diventa importanti e si cresce si da sempre fastidio a qualche altro. Ma come spiegare questa riorganizzazione in vista di “Basilea 3”?
“Oggi parlare di Basilea 3, per certi versi, diventa eccessivamente specialistico e forse in questo momento, considerando che tali norme entreranno in vigore prossimamente e applicate in diversi anni, direi che è forse prematuro, mentre il concetto che va ripreso è quello di Basilea 2. Infatti bisogna rendersi conto che l’operatività bancaria deve essere sviluppata in rapporto al capitale della banca. Credo che una cooperativa di credito vada valutata, non solo per quanto è grande, ma soprattutto per l’efficienza e la vicinanza al proprio territorio. Si tratta di capire l’ambiente esterno e la sua cultura per far si che la banca, al suo interno, si riorganizzi per dare quello sviluppo e quell’immagine che la città ed il territorio si aspettano.
Sartoni lei viene da esperienze anche importanti, ne sta portando a termine una anche di spessore, quindi ha un passato che l’ha portata a fare tante conoscenze”.
Ecco venire a confrontarsi qui a Recanati è un po’ una sorta di scommessa o che altro?
“Si direi che forse questa è la ragione principale, oltre alla stima che mi è stata data all’interno dell’ambiente e, quindi, che mi ha permesso di essere conosciuto positivamente anche a Recanati. La mia è sempre stata una vita di sfide e la cosa mi stimola moltissimo. Oggi sono molto contento di trovarmi in una realtà dove c’è una particolare attenzione alla cooperazione di credito. Quando si parla di 3000 soci vuol
dire che esiste una base sociale importante e una vera cultura cooperativistica sul territorio, visto anche i 22 mila abitanti che conta la città di Recanati che ne è la sede principale”.
Un invito ai soci ed alla clientela...............
“Occorre essere uniti e stare molto sereni. In questo contesto di crisi economica, in cui si dovrà fare una significativa riorganizzazione, voglio invitare tutti alla cautela, nell’interesse generale per questo bene prezioso per la comunità: la Banca di Credito Cooperativo di Recanati e Colmurano. Tutti devono essere ancora più vicini alla loro “banchetta”, che sa creare risultati solo per il proprio territorio. A maggior ragione è nei momenti di difficoltà in cui si vede se poi questo radicamento è veramente reale o se invece non lo è, ma sin dai primissimi contatti avuti mi sembra forte questa unione. La BCC ha tutte le potenzialità per fare bene e credo che con calma, serenità e nei tempi giusti, la Banca di Recanati e Colmurano continuerà a dare in maniera ancora più significativa quei risultati che tutti si attendono”.