Nota della Compagnia CC di Civitanova

Aveva denunciato di essere stata violentata in casa da due sconosciuti che, dopo tutto, l’avevano persino rapinata di alcune migliaia di euro. Un racconto complesso quello fornito ai carabinieri della Compagnia di Civitanova Marche che avviavano le indagini.

stazionePPTutto sarebbe accaduto in un mattino di qualche mese fa, in un appartamento condominiale, del Comune di Potenza Picena. E ciò nonostante le decine di “occhi ed orecchie” che avrebbero potuto vedere e sentire per dare l’allarme ai Carabinieri, che invece avrebbero ignorato o non udito. Sembrava una storia raccapricciante accaduta nell’indifferenza della gente. Ma c’erano molti aspetti da chiarire.

Una serie di testimonianze venivano accolte per puntualizzare alcuni tratti di quel racconto inquietante. Ma più andavano avanti gli accertamenti e più diveniva nebuloso quel quadro tanto che i sottufficiali della Stazione di Potenza Picena, incaricata delle investigazioni, cominciavano a dubitare che fossero effettivamente accaduti quei fatti. E la ricostruzione spazio temporale dei momenti dell’aggressione confermava quei sospetti. Fondamentale l’acquisizione di alcuni video girati dalle telecamere di sicurezza presenti per strada: in quei video, pazientemente osservati dai carabinieri, non c’era alcuna traccia dei due aggressori.

Ma rimaneva un interrogativo: perché la donna aveva inventato tutto.

Un racconto fantasioso e grave che si smentiva, si contraddiceva e generava allarme anche in famiglia, tanto da essere allertata la scuola dei figli ove aveva persino paventato il verificarsi di ulteriori violenze.

Scovare nel vissuto familiare e nelle loro condizioni economiche si rivelava prezioso anche per comprendere le ragioni di tutto quel bizzarro racconto. Un disperato bisogno di denaro per sopperire ad alcuni scompensi del budget familiare, sottaciuti al coniuge. Un tentativo disperato di attingere ad una polizza assicurativa, negatole. E quindi la decisione di denunciare una rapina con violenza sessuale. Per la donna, alla conclusione delle indagini preliminari dirette dalla Procura maceratese e condotte dai carabinieri della stazione di Potenza Picena, sono stati rubricati i reati di “simulazione di reato” e “procurato allarme”.