Questa settimana esce il nuovo libro dello scrittore italo argentino Adrian Bravi che dopo il suo ultimo lavoro, “Sud 1982” ci propone “Il riporto” (editore Nottetempo),  una storia un po’ comica e assurda ambientata tra Recanati e Cingoli.

In libreria dal 12 gennaio, è la “storia” di Arduino Gherarducci, discendente di una famiglia dai capelli “riportati”, chi su un lato della testa, chi al centro, e che non vede l’ora di diventare calvo per sperimentare il riporto alla Giulio Cesare, in avanti con la frangetta.

Ma il riporto, di cui va fiero, ha qualche inconveniente. Un malintenzionato, uno spiffero, un colpo d’aria può scombinarlo. Quando questo succede e Arduino si ritrova con la testa nuda di fronte a un’aula di studenti, decide di chiudere con la sua vita di studioso dei formati di scambio dei dati bibliografici e di partire per la Lapponia.

La sua fuga si fermerà prima però, su una montagna delle Marche, dove la sua nuova vita da eremita avrà un inatteso risvolto.

L’ultimo libro di Bravi ha l’ironia argentina e la comicità italiana di tutti i suoi libri e la fantasia libera e concreta che ne fanno uno scrittore unico nel panorama italiano.

“Con l’abilità di un ragno, Bravi tesse storie che sembrano traslucide, di umore amabile, nelle quali i lettori cadono come mosche, scoprendo che, al centro della trama, c’è uno scrittore feroce, formidabile. Il riporto è un piccolo capolavoro”, scrive nella presentazione Alberto Manguel.

Per Bravi si tratta del quinto libro. Nel suo scaffale “Rio Sauce” (Argentina 1999); “Restituiscimi il cappotto” (2004, edizioni Fernandel, Italia); “La pelusa” (2007, Nottetempo, Italia); “Sud 1982 (2008, Nottetempo, Italia)