Scricchiola l'accordo fra Osimo e Recanati, comuni soci di maggioranza in Astea, rispettivamente col 39% e il 24% di quote nella multiutility. Le distanze si sono acuite sulla localizzazione della nuova sede. ASTEA infatti ha da tempo deciso di venndere le due sedi di Osimo (via del Guazzatore, foto a lato) e Recanati (a Chiarino, foto sotto) e realizzarne una nuova più baricentrica, con un risparmio di oltre 700 euro annui gestendo un solo immobile. Ad Osimo in comune è stato già portato un piano di recupero con destinazione d’uso commerciale e residenziale. Recanati ancora non ha deciso nulla circa la destinazione di Chiarino (si ipotizzava una struttura socio sanitaria).
Con i soldi delle due cessioni l’Astea riuscirebbe a realizzazione una nuova sede unica. Ora da Osimo trapela che il sito più probabile è stato individuato in via delle Querce a Campocavallo, ma Recanati non è d’accordo. Il sindaco Francesco Fiordomo non intende cedere alle pressioni osimane e avere la sede della multiutility così distante dal proprio territorio. Il presidente di ASTEA, Mengoni, ha assicurato che ogni Comune socio, tanto più Recanati, avrà salvaguardato un front office per l’utenza, ma l’amministrazione Fiordomo non sembra del tutto convinta e teme che la vicenda possa essere colta al balzo dall’opposizione per sottolineare lo scarso peso recanatese in Astea rispetto a Osimo. Per ritrovare la pace con Recanati l’ipotesi alternativa sarebbe Cerretano, qualche chilometro più vicino a Recanati.
Mengoni sta lavorando sottotraccia per tentare di convincere Recanati e avere tra massimo 3-4 anni la nuova sede. Anche perché la multiutility deve fare i conti pure con i riassetti societari. Il socio privato Gpo Genova (che ha il 21% di quote) aveva chiesto il recesso, ma con le modifiche statutarie apportate dal Cda appare difficile che lo possa ottenere. Tuttavia ha confermato l’intenzione di disimpegnarsi dalla multiutility mettendo le proprie quote sul mercato. E, stando ad alcuni rumors, pare che si sia interessata la Hera, società bolognese che ha acquisito nei mesi scorsi la pesarese Marche Multiservizi e affittato un ramo d’azienda del Cam di Falconara. La Hera è intenzionata ad ampliare il giro di affari nei servizi pubblici dell’anconetano e l’Astea si presenta come una possibilità da valutare. Fermo restando che non risultano contatti ufficiali, Mengoni dovrà valutare l’evolversi del contenzioso con Gpo anche alla luce di possibili nuovi partner privati (la legge prevede fino al 40% di quote.