Sono trascorsi due anni da quando il muraglione del parcheggio dell’ex Episcopio, sua via della Residenza, è venuto giù. Danni alle cose (lesionata la casa della famiglia Pietanesi, auto distrutte), ed alle persone (due feriti).
Da quella notte però, a parte minimi interventi di messa in sicurezza del crollo, tutto è rimasto fermo. E la famiglia Pietanesi, costretta a vivere in un’abitazione diventata insicura e malsana, denuncia con forza l’assenza della Diocesi nel recuperare l’area interessata dal crollo, ed quello che viene definito “atteggiamento servile e timido del comune” in una dura lettera rivolta al sindaco.
La signora Monica Malizia rileva come il primo cittadino sia stato tanto solerte nel portare avanti il suo piano per il parcheggio a Montemorello, così come per riaprire via Mazzini, al contrario dell’assenza sulle decisioni da sollecitare sul muro di via della Residenza.
La situazione che descrive la signora Malizia, proprietaria dell’immobile in cui vive con il marito Simone Sampaolesi e tre figli, è degradante: casa insicura tanto da dover utilizzare per entrare la porta del garage, prosecuzione delle infiltrazioni dai muri per effetto della mancanza di interventi sul muro crollato, pavimenti che si sono sollevati.
Una situazione che la signora Malizia, senza tanti mezzi termini, denuncia non interessare né la Diocesi, né il comune.
E in prossimità del Natale gli auguri che invia a chi fa finta di niente e nella lettera al sindaco suonano così: “vi auguriamo un Natale in famiglia come il nostro, pieno di rabbia, preoccupazioni e timore per la propria incolumità, e se ritenete il nostro augurio una minaccia, denunciateci pure, è la sola cosa che manca alla nostra disavventura, oltre che l'ennesima ingiustizia.”
Due anni fa sotto quel muro rimasero due giovani. Ferite, contusioni ed andò bene. Cosa serve ora per mettere a posto la zona del crollo? Un nuovo cedimento con il morto sotto?
Monica Malizia è una furia e invita formalmente il sindaco ad emettere un’ordinanza “che ordini alla Diocesi di ripristinare il muro e di riportare in sicurezza la zona facendo ritrovare la serenità alla nostra famiglia. Quello che deve fare il sindaco è dimostrare di essere il sindaco dei cittadini recanatesi e non della diocesi di Macerata. Deve anche ricordarsi che, essendo lui il responsabile della pubblica incolumità, se accade qualcosa dovrà risponderne di persona nelle sedi competenti.”