di L. M. e V. O., classe 3B Scuola Secondaria I grado S. Vito

RECANATI - 3, 4 febbraio 2025 - Bello pensare che per due giorni non ci sono interrogazioni o verifiche, ma è davvero solo questo “Attiva”? Vi siete mai chiesti come e perché è nata l’iniziativa? E poi qual è il suo valore? Noi alunni l’abbiamo fatto e durante l’esperienza abbiamo creato una redazione giornalistica, per effettuare delle interviste ai nostri compagni, ai docenti e ai volontari.atti1

Ma cominciamo dall’inizio … Tre anni fa la Scuola Secondaria di 1° San Vito si è aperta al territorio e ha dato vita ad una collaborazione con il Centro Fonti San Lorenzo.

Erano tante le proposte da portare avanti in sinergia, ma senz’altro quella più brillante ed innovativa, proposta da Stefano Casulli, fondatore, organizzatore, pedagogista e ricercatore attivo all’interno di Fonti, era “Attiva”, che allora non si chiamava nemmeno così.

L’idea di base del progetto è stata quella di lasciare ai ragazzi una libertà diversa da quella garantita dall’istruzione quotidiana, in modo da offrire uno spazio aperto ai talenti di ogni ragazzo.

L’iniziativa è nata, dunque, per coinvolgere tutti gli studenti, anche quelli che magari non si fanno notare abitualmente e che hanno intelligenze diverse da quelle logico-matematiche. “Per due giorni preferiamo una confusione creativa alla perfezione categorica”, ha proposto all’epoca Stefano.

L’idea è stata, poi, discussa tra insegnanti e votata al Collegio Docenti, perché era valida sul piano pedagogico e non certo un momento di riposo, o una distrazione per i ragazzi, se non addirittura una perdita di tempo.

Per questo sono proprio quelli che la mettono in pratica, cioè i ragazzi e i professori, a provare alla fine una grande stanchezza, ma anche un’enorme soddisfazione per aver realizzato qualcosa di nuovo.

Il progetto ha preso, perciò, il nome di “Attiva” e, come ci ha spiegato la prof.ssa Monica Di Ferdinando durante la nostra intervista, esso nasce dalla prospettiva dell’ “Attivismo”, che si afferma nel ‘900. Si tratta di un approccio educativo, che si basa su alcuni concetti molto chiari: la conoscenza si costruisce, non può essere semplicemente trasmessa; l’apprendimento nasce dall’esperienza e dall’interazione con le persone e l’ambiente circostante e chi apprende, per farlo, deve impegnarsi attivamente. Ne fecero parte diversi studiosi europei e statunitensi di rilievo: il belga Ovide Decroly, lo svizzero Édouard Claparède, il francese Célestin Freinet, l’americano John Dewey, l’italiana Maria Montessori. Essi hanno sostenuto, a vario titolo, che la scuola deve rispondere agli interessi e ai bisogni degli alunni e produrre scambi attivi e cooperativi.

Un altro aspetto importante del nostro progetto è che siamo noi alunni a muoverci nell’Istituto, ogni aula diventa un ambiente di apprendimento, ispirandoci alla scuola DADA, riattivando la nostra attenzione e concentrazione, come fanno anche gli alunni della Finlandia.atti16

Come ci racconta la professoressa Isabella Bottazzi, tramite “Attiva, i professori possono, inoltre, comprendere meglio i ragazzi, scoprendo le loro inclinazioni o aspetti della loro personalità, che magari non emergono nell’ambito delle normali lezioni. Allo stesso tempo, gli studenti possono sviluppare nuove abilità basate sulla creatività e sulle loro passioni extrascolastiche, stringere nuove amicizie, conoscere i docenti sotto altri aspetti, collaborando con loro. E, infatti, anche quest’anno le classi del nostro Istituto sono diventate: aule per il benessere, per studiare nuove lingue come l’arabo o mettere linguisticamente a confronto generazioni diverse con “GenZ talk lab”; luoghi per giochi di immedesimazione da “Detective per un giorno” o per realizzare un “Filologiallo” o un escape room; ambienti per percorsi sensoriali, per esperimenti scientifici da “Astronomi” e per cinefili alla Miyazaki, per cultori di manga, o creatori di podcast; spazi per musica da beatmaker o per giochi matematici alla squid game. Senza dimenticare che un’esperienza vera non è tale, se non si cura la manualità necessaria, provando un bel corso di uncinetto, o creando in cucina delle squisite merende, o realizzando cover artistiche! E novità di quest’anno, tra gli innumerevoli sport, c’è stata anche “Equitazione”, con un “vero” cavallo creato appositamente per il corso.

Quindi, dopo aver sentito il parere di professori ed educatori, aver scoperto che dietro al divertimento ci sono teorie pedagogiche di fama mondiale, possiamo ancora aver dubbi sulla validità di Attiva? Pensiamo proprio di no, del resto, la scuola è la struttura che plasma le nostre menti più di qualsiasi altro ambiente ed avere una parte attiva nel processo educativo è davvero entusiasmante, perché trovarsi bene in un luogo così importante ci porta ad essere più sicuri di noi stessi e più aperti al futuro.
Ecco perché non possiamo che augurarci che i giorni di scuola “Attiva” aumentino ogni anno di più.atti6