RECANATI - In questi giorni in cui in Tribunale viene ripercorsa la tragica fine di Giulio Regeni, di cui ricorre l'anniversario della morte, si torna a parlare della rimozione dello striscione in via I luglio con argomentazioni che hanno tutt'altro che convinto, tanto che il dibattito su questa azione dell'amministrazione comunale a guida Pepa non si placa.
In precedenza Recanati era sempre stata in prima fila nelle iniziative per sollecitare la verità su quanto accaduto a Regeni, poi l'improvvisa decisione della nuova giunta di centro destra di "oscurare" .......
Ed è La Voce di Recanati a tornare sull'argomento con il post "Unite i puntini"."Nove anni - scrive sul suo profilo la Voce di Recanati - sono trascorsi da quel giorno infausto in cui un ragazzo italiano, un valente ricercatore, viene fatto sparire e poi ucciso, dopo inenarrabili torture, in terra straniera da parte di un governo, in questo caso il governo egiziano. Un governo che, nelle recenti vicende riguardanti il lager albanese, fortemente voluto e pagato da Giorgia Meloni, con il conto corrente del popolo italiano, è stato dichiarato un paese non pericoloso per aggirare le leggi Europee. E allora nasce spontanea la riflessione sulle risposte disattese alle domande di quella famiglia a cui il figlio è stato disumanamente strappato da parte di quel governo non pericoloso e quindi tollerato nella meloniana nazione".
"La speranza - sottolinea La Voce - è che questa vicenda non trovi un parallelo con la recente scarcerazione di un ricercato dalla Corte Penale Internazionale, Almasri, da parte del nostro Governo che neanche il pudore ha potuto nell’evitare che questo delinquente di stato fosse riaccompagnato con tanto di aereo di Stato nell’amica Libia, per far sì che continuasse a prestare la propria opera nell’evitare, con metodi che lo definiscono un criminale contro l’umanità, sbarchi di sfortunati migranti nel patrio suolo".
"Infelicemente e casualmente tempestiva - rileva polemicamente La Voce - è sopraggiunta la superficialità nel rimuovere lo striscione che recita Verità per Giulio Regeni da parte della sprovveduta amministrazione recanatese che confonde sovranismo con pronismo e un diritto universale con un diritto tra i tanti rivendicato dal centro sinistra, reo di rappresentare una sensibilità che dovrebbe e deve appartenere a tutti. Le proteste e i numerosi inviti al chiarimento del gruppo Recanati Insieme avevano offerto alla giunta Pepa l’opportunità di rimediare facilmente al gesto, che verosimilmente poteva sembrare una rimozione necessaria al restauro dello striscione, dichiarato rovinato dalle intemperie, ma la mancata ricollocazione, a distanza di ben due mesi, ha fatto emergere la verità, e non quella per Giulio Regeni, ma il suo esatto contrario, ossia che non fosse importante per l’amministrazione Pepa partecipare del dolore di una comunità connazionale e contribuire alla sua difesa, come parte della nostra comunità di donne e uomini liberi e nel pieno diritto di esercitare la propria libertà, ritenendo non doverosa alcuna ulteriore giustificazione. Una volta chiarito che lo striscione non necessitava di alcun intervento di riparazione la verità di Pepa è emersa: le mura cittadine non possono essere utilizzate per manifestare ma nessun’altra soluzione è stata adottata, per rispettare gli accordi sottoscritti dalla precedente amministrazione con Amnesty International e che avrebbero preteso una continuità, come per ogni altra azione amministrativa se non politica".