Di Piergiorgio Moretti, capo gruppo Città del Sole
Ci sono debiti da pagare e per fronteggiare gli attacchi della speculazione si dovranno mettere in campo 750 miliardi di euro. Poi ci sono i debiti di Stato. Poi il pericolo più incontrollabile, quello dei cosidetti “derivati”. L’Italia ha rischiato di finire nella stanza della morte insieme a Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna. I paesi sull’orlo del collasso. Gli Stati hanno incominciato a reagire con politiche d’emergenza.
L’Italia ha varato un finanziaria, ritenuta necessaria e inevitabile, ma il Governatore della Banca d’Italia ha detto che è incompleta. Le lacrime e il sangue imposte dal Governo sono solo l’annuncio della mannaia che incomincerà a decapitare spietatamente. Chi paga il costo della crisi? I giovani, le vere vittime. La riduzione degli occupati tra i giovani è sette volte superiore a quella degli anziani. I salari fermi a 15 anni fa. Le nuove assunzioni diminuite del 20%. Un giovane su quattro è senza speranza di lavoro. Questa è la situazione.
Come siamo arrivati a questo punto? Giovanni Sartori in modo molto brutale ci spiega che dagli anni sessanta, in Occidente, abbiamo speso più di quello che guadagniamo. E viviamo al di sopra delle nostre risorse. Abbiamo anche aggiunto le aspettative crescenti, che sono diventati “diritti “, diritti Intoccabili.
La vera macelleria sociale è l’evasione fiscale. Se tutti pagassero le tasse il debito dello Stato sarebbe meno drammatico. Vero, ma è anche vero che in molti Paesi, (Grecia in prima fila) purtroppo, da molto tempo il servizio pubblico è un disservizio e uno spreco per acquisire clientele elettorali. Si spende troppo e si spende male. La colpa è soprattutto della classe politica che deve assumersi le proprie responsabilità e dare la dimostrazione che, se ci sono da fare sacrifici, i tagli debbono partire dai più ricchi, dai privilegiati, dai parassiti, dai politici prima di tutti. Perché abbiamo una classe politica strapagata con privilegi indecenti. Dai deputati europei, a quelli nazionali a quelli regionali e fino ai consiglieri provinciali.
Anche se il confronto con le altre sfere della politica, è improponibile, anche a livello comunale, una testimonianza di responsabilità è importante. Le finanze del Comune sono in uno stato drammatico? La Finanziaria mette a rischio la stessa sopravvivenza del Comune? Occorrono risposte responsabili e bisogna impostare subito un programma amministrativo d’emergenza, che selezioni i progetti necessari, eliminando tutte le spese inutili, voluttuarie e dissennate. Occorre dare subito un segnale di serietà. Sento, per questo, il dovere di rinunciare ad ogni indennità e/o gettone di presenza come consigliere comunale, e invito tutti gli altri consiglieri a fare altrettanto.
Lancio un appello a tutti coloro che hanno cariche retribuite perché si riducano le loro indennità almeno della metà. Le rinunce debbono avere un vincolo di destinazione: il risparmio realizzato dovrà essere utilizzato solo per l’assistenza delle fasce più deboli della cittadinanza e per chi è in cerca di lavoro.