Il GIP, Enrico Pannaggi, ha convalidato i fermi per i cinque giovani indagati per l’omicidio del tunisino Lotfy Dhraief e tutti restano in carcere.
Per il GIP Pannaggi tutti gli elementi forniti dall’Arma, a seguito della maxi operazione dei CC, sono sussistenti per sostenere il coinvolgimento degli arrestati nell’omicidio de tunisino, vittima di un’aggressione di inaudita violenza come ha evidenziato la stessa perizia del medico legale: un trauma cranico commotivo, un trauma facciale e numerose ferite da taglio.
Con la convalida degli arresti sono usciti anche i nomi degli indagati: tre tunisini, Boumrani El Bechir, 30 anni; Taher Trabelsi, 22 anni e Dardori Wassim, 26 anni; un italiano, Giacomo Fabiani, 30 anni, disoccupato, residente a Monte Urano e l’ucraina Gianna Prokofyeva, 19 anni, residente a Porto San Giorgio.
Solo Trabelsi (difeso dall’avvocato Alessandro Brandoni) e Fabiani (assistito dai legali Maurizio Minnucci e Giuliano Giordani) hanno risposto alle domande del Gip. Il primo, in particolare, ha affermato che si trovava con gli altri nel momento in cui è stato fatto salire Dhraief e di avere cercato di fermare gli aggressori. Ha aggiunto di trovarsi in quella macchina solamente perchè, essendo clandestino, temeva che, rimanendo da solo all’Hotel House, sarebbe stato arrestato, anche alla luce dei continui controlli dei carabinieri.
Anche Fabiani ha dato la sua versione dei fatti. Gli altri indagati, tutelati dai legali Lucilla Sablone e Giulio Abbate, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. All’appello manca una sesta persona, che è latitante. I carabinieri sono sulle sue tracce.
Il maxi blitz dell’Arma è stato messo a segno nella notte tra sabato e domenica. Un tunisino è stato intercettato in un Bed and Breakfast di Recanati; un altro al termine di un lungo inseguimento di un'utilitaria in località Chiarino (l’auto era seguita dall' alto dall'elicottero del 5° elinucleo di Falconara), e un altro ancora durante la battuta sul greto di un fiume. Fabiani, residente a Monte Urano, è stato bloccato nelle campagne di Chiarino sempre durante la fuga, e la giovane ucraina nella sua abitazione di Porto San Giorgio.