Nota del comandante la Compagnia CC Civitanova, capitano Candelli
La conoscenza delle dinamiche sociali delle comunità straniere residenti all’hotel House di Porto Recanati e del territorio, sono stati gli strumenti con cui gli investigatori dell’Arma del Comando Provinciale di Macerata sotto lo stretto coordinamento della Procura della Repubblica di Macerata, hanno scoperto, in breve tempo, gli autori del sequestro di persona ed omicidio del giovane tunisino LOFFTY Draif.
Dinamiche sociali. I carabinieri di Porto Recanati e Civitanova Marche conoscono a fondo le logiche che regolano la convivenza, spesso civile, dei circa 3.000 stranieri che popolano il condominio portorecanatese. Tutti gli episodi violenti e spesso rissosi che si erano susseguiti negli ultimi mesi, erano stati seguiti con assoluto interesse a comprenderne le cause sociali che stavano alimentando le frizioni, oltre a volerne scoprire gli autori. Oltre 40 etnie che hanno sempre convissuto pacificamente nel “grattacielo multienico” non potevano, tutto ad un tratto, implodere ed era chiara, nei carabinieri del luogo, che gli attriti andavano approfonditi nell’ambito delle “origini” di ogni violento. Non si stavano verificando, quindi, lotte fra campane di abitanti di diversi paesi, ma si stavano realizzando, in un paesino del centro Italia, rotture di equilibri e di armonie di stranieri di uno stesso paese, la Tunisia, ma di regioni fra loro diverse. L’individuazione di questa chiave di lettura si è rivelata sostanziale, per i carabinieri della compagnia di civitanova, per non cercare in ambiti diversi gli autori. Le risse degli ultimi giorni avrebbero potuto costringere, in una logica errata, ed instradato, investigatori meno esperti della realtà locale, verso ipotetiche ritorsioni di altri cittadini stranieri.
Territorio. Ma anche conoscenza del territorio locale, della costa civitanovese, dove migliaia di stranieri convivono pacificamente ma dove, a fine di lucro, molti italiani offrono ospitalità a clandestini, spesso esigendo pagamenti di affitti esosi, chiudendo un occhio sulla loro irregolarità, omettendo di denunciare alle autorità la loro presenza, e riducendoli a vivere in condizioni di vita disumane. E le numerose operazioni di controllo del territorio che il comando dell’Arma di Civitanova aveva condotto nel tempo, grazie all’occhio vigile delle 9 stazioni carabinieri che si affacciano sulla costa maceratese, erano - anche per questa indagine – uno strumento decisivo per sapere – subito – dove andare a cercare dei clandestini che avevano commesso un delitto e che non volevano certo annidarsi all’hotel house. Ricerche in strutture ricettive che, fuori stagione estiva, potevano offrirsi ad ospitare irregolari; ma ricerche mirate, e non indiscriminate, in quei luoghi monitorati dall’Arma locale. E chi da ospitalità o ne favorisce la permanenza rischia confische, conseguenti a sequestri, come conseguenza della violazione delle norme sull’immigrazione.
Droga. Lo spaccio delle sostanze stupefacenti è stato, di certo, un elemento che è stato preso in considerazione per attivare gli ambiti investigativi. Le attività illecite che si compiono all’hotel house non investono, spesso, grandi traffici ma vedono “confrontarsi” giovani stranieri, spesso clandestini, che, forse per “sbarcare il lunario” in questo paese, si dedicano allo spaccio in qualità di “pusher” di sostanze stupefacenti.
Ma la conoscenza di ambienti di droga, in forza dei due elementi (dinamiche sociali e territorio), non poteva da sola far giungere gli investigatori a così imminenti sviluppi.
Sviluppi. La costa civitanovese, in queste ore più che mai, è stata stretta in una morsa di controlli, ispezioni, posti di blocco, sorvoli di elicotteri dell’Arma, presenza di divise a Porto Recanati ma anche nei comuni che si affacciano sulla costa. Il baricentro delle operazioni della notte scorsa si è spostato su Recanati, una città sicuramente più tranquilla che – forse non a caso – era stata scelta da chi si doveva nascondere dai controlli dei luoghi del delitto. E chi ha dato assistenza, ospitalità, favorito la permanenza di clandestini, sia di quelli coinvolti nell’omicidio che quelli controllati in queste ore, non verrà sottratto a segnalazioni alla magistratura per le violazioni alle norme che regolano l’immigrazione. Il comando provinciale dell’Arma ha già potenziato la stazione di porto recanati di militari, per garantire, sul territorio cardine una vigilanza costante e ripristinare le condizioni di civile convivenza nei luoghi frequentati da stranieri. La situazione viene, pertanto, seguita non trascurando nessun ambito e nessun aspetto per restituire a questo territorio la minor pressione delle divise ed una meritata tranquillità.