Una lapide ricorda il passaggio di Giuseppe Garibaldi, accorrente alla difesa di Roma, sulla facciata di un edificio di piazzale Sant'Agostino, sulla parte che da su via Calcagni. Alcuni storici sostengono che la fermata di Garibaldi fosse stata motivata dalla volontà di visitare i luoghi nativi del poeta di "all'Italia", poesia che aveva colpito l'eroe dei due mondi. L'arch. Gabor Bonifazi su questa "sosta" recanatese ha scritto delle brevi note.

Di Gabor Bonifazi, architetto

L’indiscutibile privilegio degli storici è quello di trarre dall’aggrovigliata materia degli eventi umani sobrie linee d’interpretazione con spirito razionale. Essi sono capaci di discernere, fra i sentimenti e le passioni che da sempre governano l’agire sociale, la fredda ottica di causa/effetto ed in questa luce crediamo vadano analizzati sia la riqualificazione di un cimitero che la rivitalizzazione di un centro storico.

E’ inutile sottolineare quanto siano diversi e irripetibili sia le città dei morti che quelle dei vivi, soprattutto per i servizi consolidati. Veri e propri scrigni di miserie e virtù. Chiese e palazzi che raccontano al visitatore attento infinite vicende umane. Tesori stratificati da dettagli architettonici e lapidi con epigrafi scritte da chi voleva tramandarci la memoria di fatti accaduti. Il porticato del Palazzo Comunale di Recanati è una vera e propria via crucis di personaggi che sono stati famosi, anche se la lapide che più ci incuriosisce è quella in via Calcagni, posta su un piccolo edificio accanto al Palazzo che fu dei conti Roberti.

Questa lapide narra di una sosta di Giuseppe Garibaldi:

QUI SOSTO’ BREVE ORA
NEL DICEMBRE DEL MDCCCXLVIII
GIUSEPPE GARIBALDI
ACCORRENTE A ROMA
LA CUI EROICA DIFESA
FU PEGNO DELLA ITALICA REDENZIONE
PROPUGNATA DA LUI SENZA POSA
CON FELICITA’ PARI AL VALORE
ALL’ANIMA GRANDE
LA SOCIETA’ OPERAIA
CONCORRENDO NELL’INTENTO IL COMUNE
E LE ALTRE SOCIETA’ POPOLARI
NE POSE QUESTO RICORDO
MDCCCLXXXV

A noi questa testimonianza interessa non per contribuire alla retorica dei centocinquant’anni dell’Unità d’Italia che sarà una noia pazzesca, ma soprattutto perché la lapide ci aiuta a capire il motivo della breve sosta dell’Eroe dei due Mondi proprio in quel luogo il 10 dicembre 1848. Pertanto avanzo l’ipotesi che ivi ci fosse un’osteria e che la stazione di posta fosse nelle immediate vicinanze di Porta Marina. Visto che Garibaldi era partito da Ferrara e viaggiava in diligenza con il generale Masina verso Roma, probabilmente non trovò niente di meglio che fare una sosta con bevuta e tanto di pipì proprio come facciamo comunemente nelle stazioni di servizio e nei bar di quelle città che consentono di parcheggiare sulle piazze all’interno delle mura.