Nota del comune
Adelaide ha lottato e sofferto affinché la dimensione artistica del padre emergesse in tutta la sua grandezza e se oggi è conosciuto come il pittore dei due mondi e le sue opere sono stimate come capolavori gran parte del merito è da attribuire proprio a lei. Il desiderio di Lorenzo era proprio quello di donare il frutto della sua grandezza creativa alla città in cui era nato, quella Recanati alla quale si era sempre sentito profondamente legato. Adelaide ha sposato questo chiaro desiderio paterno e lo ha trasformato in missione personale, grata anche dell’accoglienza dei recanatesi e dell’allora Amministrazione Ottaviani che si sono stretti attorno al suo dramma personale, con due figli desaparecidos, a lei strappati dall’ azione del governo argentino del tempo, sempre più votato alla violenza. Una violenza che l’aveva costretta alla fuga verso l’ignoto dopo cinquant’anni vissuti a Buenos Aires.
Recanati è stata la meta eletta perché città natale dell’amato padre e perché già viva in quella sua immaginazione alimentata sia dai racconti di Lorenzo che dalle stesse tele del grande artista contenenti spesso diversi elementi narrativi che richiamavano i luoghi più caratteristici della città leopardiana.
“Pensavo di venire qui a sopravvivere, o a rinascere. E invece ho vissuto” – queste parole pronunciate alcuni anni fa da Adelaide durante un’intervista concessa alla scrittrice Paola Cecchini sintetizzano al meglio la sua lunga esperienza recanatese.
Una esperienza che ha consentito a tutti noi di conoscere anche il lato artistico e creativo della stessa Adelaide, troppo spesso oscurato dalla pesante ombra paterna. Adelaide era ceramista e pittrice, ma anche una fine intellettuale non a caso sposa dello scrittore e critico David Vinas. Una intellettuale che definiva la solitudine un privilegio, ma che nel momento della dipartita troverà ancora una volta una città che si stringe attorno a lei.