Pochi lo sanno, ma a Recanati è sepolto un Papa e, ancor meno ne ignorano la storia. Si tratta di papa Gregorio XII (nella foto in una miniatura), eletto al soglio pontificio in un difficile momento della chiesa alle prese con scismi ed antipapi.
Il sacello di questo pontefice si trova nella cattedrale di San Flaviano in un angolo dal quale si accede anche il ricchissimo reliquiario, altro “tesoro” ai più ignoto.
Certamente la riapertura, annunciata per Pasqua, della Cattedrale di San Flaviano, permetterà di recuperare alla conoscenza questo aspetto di storia recanatese.
Ed il 18 ottobre coincide con la sua data di morte.
Gregorio XII, nato Angelo Correr (Venezia, ca.1326– Recanati 18 ottobre 1417), fu il 205º Papa della Chiesa Cattolica dal 1406 al 1415. Successe ad Innocenzo VII il 30 novembre 1406, essendo stato scelto a Roma da un conclave composto da soli quindici cardinali, con l'esplicita condizione che, se Benedetto XIII, il Papa rivale di Avignone avesse rinunciato a tutte le pretese al papato, anch'egli avrebbe rinunciato alle sue, di modo che potesse essere svolta una nuova elezione e si potesse porre fine allo scisma d’Occidente.
I due pontefici aprirono dei negoziati prudenti, per incontrarsi su suolo neutrale a Savona, ma presto la loro determinazione cominciò a tentennare. La famiglia Correr, parenti di Gregorio XII, e Ladislao di Napoli, sostenitore di Gregorio, e del suo predecessore, per ragioni politiche, usarono tutta la loro influenza per impedire l'incontro, ed oltretutto il timore di ciascun Papa di essere catturato dal partito del rivale facilitò le cose.
I cardinali di Gregorio XII mostrarono la loro insoddisfazione sul suo modo di procedere e diedero segno della loro intenzione di abbandonarlo. Il 4 maggio 1408, Gregorio XII riunì i suoi cardinali a Lucca, ordinandogli di non lasciare la città per alcun motivo, ed incrementò il suo seguito nominando cardinali quattro suoi nipoti, nonostante la promessa fatta al conclave che non ne avrebbe ordinati di nuovi. Sette di questi cardinali lasciarono Lucca in segreto e negoziarono con i cardinali di Benedetto, a riguardo della convocazione di un concilio generale, nel corso del quale i due Papi sarebbero stati deposti e uno nuovo eletto. Di conseguenza convocarono il Concilio di Pisa ed invitarono entrambi i pontefici ad esservi presenti. Né Gregorio XII, né Benedetto XIII si fecero vedere. Gregorio restò presso il suo leale e potente protettore, principe Carlo di Malatesta, che si recò a Pisa di persona, durante lo svolgimento del concilio, allo scopo di appoggiarlo presso i due gruppi di cardinali. Nel corso della quindicesima sessione, il 5 giugno 1409 il Concilio di Pisa depose i due pontefici come scismatici, eretici, spergiuri e scandalosi; più tardi verso la fine del mese elesse Alessandro V come nuovo Papa.
Gregorio XII, che nel frattempo aveva ordinato altri dieci cardinali, aveva convocato un concilio a Cividale del Friuli, nei pressi di Aquilea sebbene pochi vescovi vi partecipassero, i cardinali di Gregorio dichiararono Benedetto XIII e Alessandro V scismatici, spergiuri e devastatori della Chiesa.
La situazione venne infine risolta con il Concilio di Costanza. Gregorio nominò Carlo di Malatesta e il cardinale Dominici di Ragusa come suoi delegati. Il cardinale convocò il concilio e autorizzò i suoi atti di successione, preservando così le formule del Primato Papale. Quindi Malatesta, agendo in nome di Gregorio XII, pronunciò l'abbandono di Gregorio, che i cardinali accettarono, ma in base a precedenti accordi, accettarono anche di mantenere tutti i cardinali che questi aveva creato, dando così soddisfazione alla famiglia dei Correr, e nominando Gregorio vescovo di Porto e legato pontificio ad Ancona. Il concilio mise inoltre da parte anche L’antipapa Giovanni XXIII, succeduto ad Alessandro V e lo Scisma d'Occidente giunse a conclusione. Gregorio spese il resto della sua vita, due anni, in una tranquilla oscurità. È sepolto nella cattedrale di Recanati; dopo di lui tutti i papi sono stati sepolti a Roma. Nel 1417, dopo la sua morte, il suo successore lo nominò Pontefice Emerito di Roma.