Secondo gli originari intendimenti alle Clarisse si sarebbe dovuta realizzare dall’ASUR la nuova RSA, oggi ospitata in locali della Casa di Riposo di via XX Settembre. In questo modo gli IRCER avrebbero recuperato delle ali dello stabile nel cento storico per estendere la disponibilità di posti per gli anziani.
Al momento gli IRCER con non poca sofferenza pagano un mutuo per un edificio il cui destino non è chiaro ancora. Il tetto tra l’altro ha ceduto in più punti e in questi giorni un muro pericolante ha costretto ad impegnare almeno 10.000 euro per la sua messa in sicurezza.
L’ipotesi del privato va dunque percorsa con celerità e passa soprattutto su un caposaldo (ineludibile per chi andrà a fare l’investimento di trasformazione dell’immobile una volta acquisito: il privato deve essere sicuro di avere in mano firmata una convenzione con la Regione Marche per l’integrazione delle rette.
Ma non sarebbe solo questo l’ostacolo. L’acquisto dell’immobile è sui 2 milioni di euro (questo il mutuo assunto dagli IRCER), cui aggiungere poi una cifra forse non inferiore per la ristrutturazione. Ovvio che il privato voglia delle assicurazioni.
Ed intanto anche il tempo, impietoso, chiede il suo tributo.
Al momento le ex Clarisse sono un peso per gli IRCER che pagano per il suo possesso, non ne traggono nulla, sono costretti a spese per la messa in sicurezza, non sussistono fondi per una sua ristrutturazione sia da parte del comune che dell’ente stesso.
Una decisione dovrà però essere presa quanto prima, sia essa di tipo immobiliare classica oppure di trasformazione in centro per anziani.