Entra in una casa e apre il fuoco. I suoi colpi uccidono due donne e ne feriscono una terza, in modo grave. Poi si dà alla fuga. È caccia all'uomo, tra Loreto, Portorecanati, Recanati e la riviera dopo la sparatoria che ha provocato la morte di Silvana Mannino, 30 anni, e Rita Pulvirenti, 54 anni, appartenenti alla stessa famiglia. Una terza donna, di 28 anni, Vincenza Pulvirenti, sorella di Rita, è rimasta ferita ed è stata ricoverata nell'ospedale di Ancona in condizioni gravissime: si teme per la sua vita.

Alla base di quello che appare come un vero e proprio raptus di follia ci sarebbero - secondo le primissime ricostruzioni - questioni di gelosia. A sparare sarebbe stato l'ex fidanzato della trentenne uccisa, Claudio Alberto Sopranzi, 59 anni, un siciliano residente a Sirolo, guardiano in un campeggio.

L'altra vittima è la madre della ragazza, mentre la ferita è la sorella. Si tratterebbe, dunque, di un'aggressione maturata nell'ambito di una relazione sentimentale finita, che l'uomo avrebbe voluto riprendere. Il ricercato è tuttora in fuga.

Inutili i tentativi di altri equipaggi del 118 di Osimo e Recanati e di un secondo elicottero di rianimare le altre due donne bersagliate dai colpi di arma da fuoco. Dopo il delitto, l’uomo si è allontanato a bordo di una bicicletta, che è stata ritrovata dagli investigatori poco distante. Polizia e carabinieri lo cercano dovunque, con l’aiuto di un elicottero e di unità cinofile.

La tragedia si è consumata verso le 15.30 in via De Gasperi, località Grotte di Loreto, al confine con Portorecanati, e le immediate campagne recanatesi dietro la collina.

 

Aggiornamento/   L'omicida, che è nato in Argentina ma ha vissuto a lungo in Sicilia, prima a Catania e poi a Carlentini, in provincia di Siracusa, lavora come guardiano presso il campeggio Numana Blu di Numana. È incensurato, e in possesso di un titolo sportivo per la detenzione di armi. A quanto è emerso, aveva avuto una relazione molto tormentata con Vincenza Mannino, con la quale per un periodo ha anche convissuto. Dopo la sparatoria aveva abbandonato Loreto in bicicletta, abbandonandola poco lontano. Probabilmente si è sentito braccato (ricerche erano in corso lungo tutta la rivera del Conero), e ha deciso di consegnarsi ai carabinieri di Numana.

Nella foto la via delle tragedia con le operazioni di soccorso ancora in corso